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Venerdì, 29 Marzo 2024
Mafia Bagheria

Calcio e mafia: "Il boss-presidente minacciò i calciatori del Bagheria con la pistola"

E' uno dei tanti retroscena nascosti nelle pieghe dell'operazione Reset. Pentito rivela: "Eucaliptus, capomafia e numero uno del club, comprò gli avversari per fare vincere la sua squadra. Ma i giocatori del Bagheria decisero di vendersi la partita". Da qui l'irruzione violenta gli spogliatoi

La mafia a Bagheria controllava anche la squadra di calcio locale. A rivelarlo è stato il pentito Rosario Flamia. Si tratta di uno dei tanti retroscena nascosti nelle pieghe dell'operazione Reset, che questa mattina ha portato a 31 arresti tra boss e gregari. "Il proprietario della squadra, fino al suo arresto, era Nicola Eucaliptus", ha raccontato il collaboratore di giustizia. L'episodio più clamoroso è avvenuto in occasione di una partita contro il Gela. Qua avvenne qualcosa di incredibile perché da un lato la mafia cercò di corrompere gli avversari per fare vincere la sua squadra. "Dall'altra però i giocatori del Bagheria decisero di vendersi la partita - rivela Flamia - e in questa circostanza Eucaliptus minacciò diversi calciatori con la pistola dentro gli spogliatoi".

Una delle figure che ruotava più spesso intorno al Bagheria Calcio era il boss Carmelo Bartolone, uno dei fiancheggiatori di Provenzano, noto per una lunga latitanza, terminata lo scorso settembre con la resa in un ospedale di Palermo. Bartolone, capomafia di Bagheria, guadagnava quasi tutto quello che girava intorno alla squadra. Il pentito ha aggiunto: "Bartolone si occupava del Bagheria più che altro per fregarsi i soldi. Facevano fare fatture di sponsor, per esempio alla Conad sponsor due milioni, duemila euro e.. però 'sti soldi non andavano alla società, ma andavano nella tasca della famiglia mafiosa di Bagheria, anche se poi ci sono state delle lamentele che più che nelle tasche della famiglia mafiosa di Bagheria andavano nelle tasche di Bartolone...".

“Prima di essere arrestato Nicolò Eucaliptus avrebbe costretto Domenico Toia, imprenditore vittima della mafia, di rilevare la gestione economica del Bagheria. Obiettivo? Evitare il crac economico della società. A raccontarlo agli inquirenti è stato proprio Toia. "In pratica, il presidente formale della società, un geometra di cui al momento non ricordo il nome, aveva contratto forti debiti per la gestione della società. Eucaliptus, che aveva interessi nella gestione, mi obbligò quindi ad immettere liquidità nella società calcistica, ripianando i debiti ed investendo danaro da lui gestito, per un totale di circa 400 milioni di vecchie lire. Tale situazione terminò con la mia uscita dalla gestione e poco dopo fu arrestato EucaliptusQuegli anni furono caratterizzati, come detto, da continue richieste economiche da parte dei mafiosi di Bagheria, che mi consideravano praticamente come la loro cassa privata...".

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