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Pizzo ad una casa di riposo, la Dia arresta un estorsore

In manette Atanasio Ugo Leonforte, 59 anni, ritenuto organico del mandamento mafioso di Bagheria. Aveva chiesto denaro ad un imprenditore in modo pressante, continuato e minaccioso. Addiopizzo lancia un appello: "Collaborate e denunciate"

Aveva imposto il pizzo ad una casa di riposo, ma il titolare ha deciso di denunciare il suo estorsore e la Direzione Investigativa Antimafia di Palermo lo ha arrestato. Si tratta di Atanasio Ugo Leonforte, 59 anni di Ficarazzi, raggiunto da una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Palermo per tentata estorsione. Lo stesso è già detenuto per associazione per delinquere di stampo mafioso ed estorsione. Fondamentale il sostegno fornito dall’associazione antiracket Addiopizzo all’imprenditore, soggiogato dal racket delle estorsioni mafiose.

L’attività di indagine svolta dalla Dia palermitana, coordinata dal procuratore aggiunto Vittorio Teresi e dal sostituto procuratore Alessandro Picchi, nasce dalla denuncia di un imprenditore amministratore di una società cooperativa. Le articolate investigazioni, anche di natura tecnica, fatte dalla Dia hanno permesso di registrare le "richieste di somme di denaro, a titolo di 'pizzo', fatte da Leonforte all’imprenditore in modo pressante, continuato e minaccioso". Il Leonforte, già sorvegliato speciale, è ritenuto organico del mandamento mafioso di Bagheria, di cui fanno parte le famiglie di Villabate, Ficarazzi, Casteldaccia ed Altavilla Milicia. E' stato più volte tratto in arresto per associazione mafiosa, estorsioni e tentate estorsioni pluriaggravate e rapina.

Il provvedimento restrittivo è stato notificato in carcere, dove l'uomo è detenuto da giugno scorso, in quanto colpito da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Palermo, per i reati di associazione mafiosa ed estorsione. "L’arresto compiuto dalla Dia con il coordinamento della Dda - commentano dall'associazione Addiopizzo - rappresenta la conferma di come nei paesi della provincia stia cambiando il clima. Il percorso di denuncia ha visto coinvolto passo dopo passo l’associazione accanto alla vittima che oggi può proseguire la sua attività in condizioni di normalità e serenità. Lanciamo un appello affinché altri imprenditori decidano di collaborare e denunciare".

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