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Mafia Tommaso Natale

La "sciarra" nel clan per uno scavo: "Sei un carabiniere, altro che uomo d'onore!"

Come emerge dall'inchiesta "Teneo" dei carabinieri, i boss di Tommaso Natale avrebbero controllato anche il più piccolo cantiere. Vincenzo Taormina sarebbe arrivato a contendersi anche poche centinaia di euro con i cognati e non avrebbe esitato ad insultarli per strada: "Sciacquati la bocca quando parli con me, infame!"

Scavi e lavori edili, un affare ghiotto per i boss che a Tommaso Natale, secondo la Procura, avrebbero controllato anche il più piccolo cantiere, attenti e, come parassiti, pronti a farsi la guerra per poche centinaia di euro. Perché sarebbero arrivati anche a contenderseli questi lavori a volte insignificanti, insultandosi per strada, a suon di “sei carabiniere” e di “tu uomo d’onore sei?”. Molti attriti in questo settore, come emerge dalle intercettazioni dell’operazione “Teneo” dei carabinieri, vi sarebbero stati tra Vincenzo Taormina e i suoi cognati. Proprio una di queste liti è stata captata dalle microspie ed è riportata nell’ordinanza del gip Fabio Pilato, che ha accolto le richieste di arresto del procuratore aggiunto Salvatore De Luca e del sostituto Amelia Luise.

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"Lo scavo lo devo fare io!"

La discussione tra Taormina e uno dei suoi cognati inizia alla fine di febbraio del 2017, quando il primo impone all’altro: “Io domani mattina ci porto l’escavatore là, capito? Sì, ci porto l’escavatore!” e di fronte alle perplessità del parente rincarava, sostenendo di avere accanto la persona che aveva richiesto lo scavo: “Siccome ce l’ho qua accanto, mi ha detto: ‘Tuo cognato no!’. Lui lo sa che lo scavo lo devo fare io, punto! Domani mattina c’è l’escavatore là! Va bene? Ciao”.

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"Portami rispetto!"

Mentre Taormina avrebbe fatto riferimento a Francesco Paolo Liga, il cognato, invece, sarebbe stato sotto la protezione di Andrea Gioè, che sarebbe stato quindi informato della prepotenza di Taormina. I carabinieri hanno successivamente intercettato lo scambio di insulti tra i due cognati: “Vai a trovare Andrea (Gioè, ndr) e glielo vai a dire, non mi rompere la minchia”, diceva Taormina e il cognato replicava: “Andiamoci insieme!”. Riprendeva Taormina: “Mi devo fare il lavoro, mi devo fare il lavoro, hai capito, è come dico io, gliel’ho detto a Francesco (Liga, ndr)”, insisteva Taormina e aggiungeva: “Mi devo fare il lavoro, ma il rispetto dove minchia me lo porti tu? Dove me lo porti il lavoro?” e il cognato ribatteva: “Me ne porti rispetto a me?”.

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"Sei un carabiniere!"

A quel punto si passava agli insulti: “Infame”, attaccava Taormina, “carabiniere”, rispondeva il cognato. “Carabiniere ci sei tu! E ti devi sciacquare la bocca con me” proseguiva Taormina, ma era il cognato a chiudere la frase: “Tu ti devi sciacquare la bocca con me, esce letame dalla tua bocca! Sei una merda!”.

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"Uomo d'onore sei?"

Taormina riteneva di aver ragione perché “io mi sono visto con quello”, cioè con Gioè, “e mi ha detto: ‘Fatti il lavoro’, ora, tre giorni fa”. Allora il cognato contrattaccava: “Tu sei uomo d’onore? Sei uomo d’onore tu?” e l’altro ribatteva: “O ci sei tu uomo d’onore? Sei tu uomo d’onore e le fai tu le cose di uomo d’onore! Andrea cammina appresso a me!”.

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La risoluzione della contesa

Alla fine, però, Taormina avrebbe avuto la peggio e lo si deduce dalla telefonata che avrebbe fatto alla persona che aveva richiesto lo scavo, dal contenuto completamente opposto a quella iniziale: “Tu devi combattere con mio cognato – diceva infatti – domani mattina, quando è, prendi e ti fai portare l’escavatore da lui, è così, è giusto così, diglielo: ‘Ho parlato con tuo cognato e l’escavatore glielo porti tu’, va bene? Fai quello che ti dico io”.

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