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Mafia, asse Palermo-Trapani per curare gli affari di Messina Denaro: 4 arresti

L'operazione è stata condotta dai carabinieri e denominata "Eden 2". Fatta luce sulla rapina del 4 novembre del 2013 nel deposito della ditta di spedizioni "Tnt" di Campobello di Mazara. A pianificarla sarebbe stato un palermitano

I boss di Palermo e quelli di Trapani avrebbero avviato una "collaborazione" all'ombra del latitante Matteo Messina Denaro portando a termine "progetti criminali comuni". Ne sono convinti gli investigatori che, nella notte, hanno arrestato quattro persone. (IL VIDEO). L'operazione è stata condotta dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani su ordine della Procura distrettuale antimafia di Palermo.

L'operazione è la prosecuzione dell'indagine "Eden 2" che nel 2014 aveva accertato "il diretto coinvolgimento delle famiglie mafiose di Castelvetrano e corso dei Mille di Palermo nella rapina ai danni di un deposito della ditta di spedizioni di Campobello di Mazara (TP) rientrante nel patrimonio aziendale della società A.G. trasporti, sottoposta a sequestro nell’ambito del procedimento di prevenzione ai danni dell’imprenditore palermitano Cesare Lupo, prestanome dei fratelli Graviano". L’operazione si era conclusa con l’emissione di un provvedimento cautelare a carico di 14 indagati, tra cui Girolamo Bellomo, cognato di Francesco Guttadauro e nipote acquisito del ricercato trapanese Matteo Messina Denaro.

In manette sono finiti: Giorgio Provenzano, ritenuto dai carabinieri il capo del mandamento di Bagheria; Domenico Amari (originario di Villabate); Michele Musso e Alessandro Rizzo, entrambi di Palermo, e ritenuti affiliati a Cosa nostra: devono rispondere di rapina e ricettazione aggravate dalle finalità mafiose. "L'operazione  - spiegano gli inquirenti - si inserisce nell'ambito della manovra finalizzata alla cattura del latitante Matteo Messina Denaro, e all'impoverimento dell'organizzazione mafiosa".

Gli uomini della "Primula rossa" (che è cognato di Filippo Guttadauro, fratello del boss di Brancaccio Giuseppe), avrebbero stretto solide alleanze con i palermitani. Frutto del sodalizio, proprio la rapina del 4 novembre del 2013 nel deposito della ditta di spedizioni "Tnt" di Campobello di Mazara. "E' emerso - spiegano gli investigatori - il ruolo di Giorgio Provenzano, esponente di spicco del mandamento di Bagheria, che avrebbe coinvolto, tramite Francesco Guttadauro, la famiglia mafiosa di Castelvetrano nella realizzazione della rapina. Avrebbe poi reperito le autovetture e le pettorine con la scritta 'polizia', da utilizzare nel corso del blitz. Avrebbe infine deciso come spartire il bottino tra le varie famiglie".

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