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Giovedì, 25 Aprile 2024
Mafia

Revocati domiciliari al boss Franco Bonura, il magistrato di Sorveglianza dispone il ritorno in carcere

Il mafioso detenuto al 41 bis era tornato nella sua casa di Palermo il 22 aprile per gravi motivi di salute. Gli mancano otto mesi per finire di scontare la pena. Il suo caso aveva sollevato mille polemiche. Ora è stata individuata una struttura carceraria adatta a curarlo. Applicato (retroattivamente) il nuovo decreto

Revocati gli arresti domiciliari che erano stati concessi per gravi motivi di salute al boss Franco Bonura: il magistrato di Sorveglianza di Milano ha deciso che una delle strutture indicate dal Dap sia idonea per curarlo anche in carcere. Bonura, che dal 41 bis era tornato a Palermo il 22 aprile, è stato arrestato nel pomeriggio e condotto al Pagliarelli. Per lui sarà quasi certamente disposto nuovamente il carcere duro e dovrà dunque essere trasferito altrove.

Il caso di Bonura è proprio quello che aveva scatenato polemiche durissime sulle presunte scarcerazioni facili legate all’emergenza sanitaria: boss e gregari, secondo queste ricostruzioni, avrebbero approfittato di una norma contenuta nel decreto “Cura Italia” per uscire. Un’ipotesi da sempre smentita dagli avvocati del boss, Giovanni Di Benedetto e Flavio Sinatra: Bonura ha 78 anni, ha avuto un tumore e i suoi marcatori indicherebbero la ripresa della malattia. Inoltre, è sostanzialmente arrivato alla fine della sua pena, 18 anni e 8 mesi, dei quali deve scontare solo 8 mesi. La decisione di concedergli i domiciliari era stata presa con urgenza dal magistrato di Sorveglianza, proprio per la gravità delle condizioni di salute del detenuto, e tra una quindicina di giorni il caso avrebbe dovuto comunque essere nuovamente vagliato dal tribunale di Sorveglianza.

Oggi però Bonura è stato di nuovo arrestato e sulla scorta degli stessi elementi che avevano portato invece, meno di un mese fa, al suo ritorno a casa. E’ il risultato dell’applicazione del recente decreto voluto dal ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, proprio per placare gli scontri sulle presunte scarcerazioni “eccellenti”. Una norma che viene quindi applicata retroattivamente, cosa che non sarebbe prevista nel nostro ordinamento, tanto che proprio su questo punto l’avvocato Di Benedetto ha sollevato al magistrato di Sorveglianza la questione dell’illegittimità costituzionale. Un elemento che allo stato non è stato preso in considerazione.

Se il procedimento di Bonura avesse fatto invece il suo corso regolare, andando al vaglio del tribunale di Sorveglianza tra qualche settimana, non solo si sarebbero potute accertare con delle perizie le reali condizioni di salute del detenuto (banalmente: sta meglio o peggio di un mese fa?), ma si sarebbero potute anche prendere in considerazione eventuali strutture carcerarie adatte a curarle. E, se fossero state trovate (come sarebbe certamente avvenuto), il boss sarebbe comunque ritornato al 41 bis.

Lo "scandalo" delle scarcerazioni ha animato un dibattito molto aspro nelle ultime settimane e da più parti si è sostenuto che 376 pericolosi mafiosi avessero lasciato il carcere con il pretesto del Coronavirus. In realtà soltanto 3 detenuti al 41 bis (tra cui proprio Bonura), tutti gravemente malati, hanno ottenuto i domiciliari e più della metà degli altri sono in attesa di giudizio (quindi innocenti fino a sentenza definitiva). Tanti casi messi poi nel calderone, come quello della moglie del boss Salvatore Lo Piccolo, Rosalia Di Trapani, per esempio, non hanno nulla a che vedere con il Covid-19.

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