Mafia, soldi in cambio di protezione: due arresti per estorsione all'Arenella
In manette Angelo Galatolo, 29 anni, e Giuseppe Barone, 31 anni. Nel mirino dei due era finito un commerciante extracomunitario, ripetutamente minacciato
I boss non fanno sconti: anche i commercianti extracomunitari devono pagare il pizzo. E' quanto accertato dalla polizia, che ha arrestato Angelo Galatolo, 29 anni, e Giuseppe Barone, 31 anni. I due sono accusati di avere minacciato a scopo di estorsione un commerciante straniero della zona dell'Arenella.
L'ordinanza è stata emessa dal gip Filippo Serio su richiesta del pocuratore aggiunto della Dda Vittorio Teresi e del sostituto Claudio Camilleri. L'accusa è di "tentata estorsione aggravata dall’aver agito al fine di favorire Cosa nostra”.
Secondo quanto ricostruito, i due arrestati nel mese di marzo si sono presentati in negozio e hanno "reiteratamente minacciato il commerciante, imponendogli di pagare con cadenza annuale una cospicua somma di denaro a titolo di 'pizzo. Nell’avanzare la richiesta, i due si sono accreditati quali esponenti di Cosa nostra".
Galatolo e Barone avrebbero agito "con chiare metodiche mafiose, garantendo altresì al commerciante, che nel corso del tempo era stato oggetto di numerosi danneggiamenti e furti, che avrebbe goduto della protezione offerta dalla famiglia mafiosa presente sul territorio".
L'intervento della polizia ha scongiurato che l'estorsione venisse portata a termine. "Galatolo - spiegano dalla Questura - nonostante sia incensurato appartiene a una delle famiglie mafiose più importanti della città, quella denominata Acquasanta e rientrante nel mandamento Resuttana. Infatti, è figlio di Raffaele Galatolo, uomo d’onore condannato all’ergastolo, nonché nipote di Vincenzo, condannato all’ergastolo per omicidio e già a capo dell’intero mandamento Resuttana”.