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Venerdì, 29 Marzo 2024
Mafia Carini

Trema Cosa nostra, il boss di Carini Pipitone si pente e collabora

Condannato all'ergastolo per l'omicidio D'Angelo nel 2006 e detenuto nel carcere romano di Rebibbia, avrebbe deciso di vuotare il sacco con i magistrati. Sottoposti al programma di protezione alcuni dei familiari

Un nuovo collaboratore di giustizia e i segreti che potrebbe svelare fanno tremare Cosa nostra. Il capomafia di Carini Antonino "Nino" Pipitone, condannato all’ergastolo e detenuto nel carcere di Rebibbia, da alcune settimane starebbe riempendo taccuini e verbali dei magistrati, fornendo spunti che potrebbero aiutarli nelle indagini. Trasferiti in una località segreta e fuori dalla Sicilia alcuni dei suoi familiari, quelli che hanno dato la propria disponibilità ad aderire al programma di protezione.

Il boss sta scontando un ergastolo al regime del 41 bis per l’omicidio di Giuseppe D’Angelo, un ex barista assassinato dalla mafia per errore nell’agosto del 2006 poichè scambiato per Benedetto Spatola, conosciuta come Lino, boss che i Lo Piccolo volevano eliminare. Le sue parole potrebbero servire a ricostruire alcuni degli equilibri, degli affari e degli omicidi che hanno interessato in passato la parte occidentale della provincia palermitana. A coordinare il pool di inquirenti il procuratore aggiunto Vittorio Teresi.

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