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Giovedì, 25 Aprile 2024
Mafia Calatafimi / Via li Muli

Palermo ricorda Pio La Torre, Mattarella: "Sconfiggere le mafie è possibile"

La mattina del 30 aprile 1982 in via Li Muli Cosa nostra uccideva allora segretario regionale del Pci e il suo collaboratore Rosario Di Salvo. Una cerimonia commemorativa si è svolta sul luogo dell'eccidio, in via Li Muli

Palermo ricorda Pio La Torre e Rosario Di Salvo: l'allora segretario regionale del Pci e il suo collaboratore furono uccisi dalla mafia 34 anni fa, la mattina del 30 aprile 1982 in via Li Muli. Una cerimonia commemorativa si è svolta sul luogo dell'eccidio. Presenti, tra gli altri, i familiari di La Torre e il sindaco Leoluca Orlando. Parallelamente, al Teatro Biondo, si è tenuto un dibattito alla presenza, tra gli altri, del presidente della commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi, del procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi e del governatore Rosario Crocetta (foto in basso).

"Per noi  - ha detto Franco La Torre, figlio di Pio La Torre - il 30 aprile è ogni giorno. L'impegno civile per difendere la democrazia e i suoi valori fondamentali deve essere ogni giorno. E' questo l'insegnamento che ci ha lasciato mio padre, ucciso 34 anni fa. Le ricorrenze servono, assolutamente e ringrazio Vito Lo Monaco e tutti voi oggi qui presenti, ma poi ci vuole l'impegno quotidiano di ognuno di noi".

Anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha voluto ricordare La Torre e Di Salvo. "Sconfiggere le mafie - scrive il Capo dello Stato in un messaggio - è possibile. Pio La Torre ha testimoniato che le mafie possono essere duramente colpite ogni volta che si realizza una convergenza tra le forze positive della società. E' necessario che i cittadini avvertano di essere partecipi dei cambiamenti sociali".

bindi-2BINDI - "La politica  - ha sottolineato Rosy Bindi - preceda la magistratura nella selezione della classe dirigente. Si adottino i codici etici di comportamento e questo non significhi solo andare a guardare il casellario giudiziario, bisogna capire se si fa politica per interessi personali". "Se per essere eletti si accettano certi patti elettorali - ha proseguito - non ci si affidi al detto i voti non odorano, i voti della mafia puzzano, legano le mani e tolgono la libertà".

LO VOI - "Occorre lavorare sulla tempistica della confisca dei beni - ha detto Lo Voi intervendo al Teatro Biondo - riducendo i tempi dei procedimenti che vengono portati avanti. Quanto alla fase successiva, quello dell'assegnazione dei beni - ha aggiunto - che non è di competenza dell'autorità giudiziaria, penso che l'aspetto più importante sia legato alla selezione dei beni confiscati, per capire subito quali sono quelli che possono rimanere sul mercato, quali quelli che occorre riassegnare per finalità sociali e quali quelli per cui non si prevede una possibile utilizzazione e che possono essere destinati alla vendita".

CROCETTA - "Non possiamo avere una visione manichea della lotta alla mafia. Sono tra coloro che sostengono che la lotta alla mafia non si predica, si pratica. Una parte del sistema politico colludeva e collude ancora con la mafia e con il sistema affaristico", ha detto il presidente della Regione Rosario Crocetta, intervenendo alla manifestazione al Teatro Biondo. "In Sicilia - ha detto - abbiamo fatto una legge sull'acqua ma a Roma non lo capiscono e ce l'hanno impugnata". Crocetta rivolgendosi al sindaco di Palermo Leoluca Orlando anche lui presente in sala e riferendosi alla gestione centralizzata del sistema degli Ato rifiuti e alla gestione dell'acqua ha detto: "Caro sindaco mi trova schierato dalla sua parte, ma questo obiettivo riscontra ostacoli. Anche a Roma c'è la mafia, c'è stata mafia Capitale. Ridurre la questione mafiosa alla Sicilia è un'ipocrisia".

LOREFICE - "La Costituzione è stata scritta da ragazzini di culture diverse, che ce l'hanno regalata, mentre l'Italia usciva dalla guerra. Fascismo e mafia sono la stessa cosa. Dobbiamo saper riconoscere gli uomini di estrazione diversa che si sono battuti per la giustizia e per la legalità", ha detto l'arcivescovo Corrado Lorefice.

D'ALIA - Quando uomini dello Stato come Pio La Torre hanno deciso di colpire direttamente i patrimoni dei mafiosi, comprendendo per tempo che bisognava rompere quel sistema affaristico tra politica e criminalità, hanno deciso di mettere in primo piano l'interesse del Paese a discapito della loro stessa vita. Onorare la memoria di Pio La Torre al meglio, per la classe dirigente di oggi, è lavorare con serietà e onestà per una Sicilia che sia sempre più pulita". Lo afferma Gianpiero D'Alia, presidente della commissione bicamerale per le questioni regionali.

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