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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Le mani dei boss sulle scommesse, in manette Giovanni Pecoraro

Già responsabile del settore giovanile, è accusato di aver fatto da prestanome di un trafficante di droga. Arrestato anche il cognato. Smantellata una rete che avrebbe gestito le puntate in nero sulle partite

C’anche un l’ex responsabile del settore giovanile del Palermo e procuratore sportivo, Giovanni Pecoraro, tra le 10 persone raggiunte dai provvedimenti di custodia cautelare in carcere per gioco clandestino nell’operazione “Dirty Bet” (guarda il video). Il blitz è scattato alla prime ore dell’alba di oggi. I militari del Nucleo speciale polizia valutaria della guardia di finanza coordinati dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo hanno fermato 8 persone per il reato di esercizio del gioco clandestino e 3 soggetti, ritenuti responsabili del reato di fittizia intestazione di beni. Le ipotesi di reato contestate nel primo provvedimento sono aggravate dall’essere state commesse con la finalità di agevolare le attività di Cosa nostra.

AL PROCESSO 4 ASSOLUZIONI E 5 CONDANNE

Pecoraro invece è stato arrestato per trasferimento fraudolento di valori e reimpiego di capitali illeciti, con l'aggravante di aver favorito la mafia. Pecoraro – secondo gli inquirenti - avrebbe fatto da prestanome a un trafficante di droga aiutandolo a reinvestire il denaro sporco che sarebbe finito anche in un'azienda edile del cognato di Pecoraro, Giampiero Specchiarello. L'azienda è stata sequestrata. Pecoraro, nel settembre 2008, era già stato arrestato e accusato di concorso esterno in associazione mafiosa ed estorsione aggravata. L'inchiesta si è conclusa nel marzo 2010 con l'archiviazione per Pecoraro.

Il giro di gioco clandestino invece ha una storia lunga che risale al 2009 quando dopo l’arresto di Giuseppe Provenzano, ritenuto “braccio destro” del boss Giuseppe Liga, venne rinvenuta la “cassa” del mandamento mafioso, insieme ad una larga documentazione contabile e a diverso materiale informatico. L’analisi di questi documenti ha quindi permesso di ricostruire il “libro mastro” del business del gioco clandestino e di identificare una “rete” di soggetti che, in maniera capillare, agivano sul territorio per la raccolta di puntate. Tra i destinatari dei provvedimenti di custodia cautelare spicca la figura del boss Giuseppe Provenzano, raggiunto dalla misura cautelare presso il carcere di Voghera (Pv), dove sta scontando una condanna per i delitti di associazione a delinquere di stampo mafioso e illecita detenzione di armi.

Nel corso delle indagini è poi emerso come uno dei soggetti implicati nella gestione delle scommesse illecite, affiliato all’organizzazione mafiosa nonché dedito al traffico di sostanze stupefacenti, avesse impiegato i guadagni delle attività illecite perpetrate in un’iniziativa immobiliare avvalendosi dell’interposizione fittizia di un imprenditore palermitano. L’attività è stata posta sotto sequestro. Gli altri arrestati sono: Guido Spina, 47 anni, Stefano Biondo, 50 anni, Giampiero Specchiarello, 37 anni, Giuseppe Provenzano, 49 anni, Antonino Provenzano (fratello di Giuseppe) 55 anni, Domenico Alagna, 51 anni, Salvatore D'Anna, 49 anni, Vito Nicolosi, 49 anni, Nicolò Ferrara 59 anni.

"Tutto il settore del gioco clandestino, compreso quello sul calcio, è da tempo gestito da Cosa nostra. Ci ha aiutato il rinvenimento di un libro mastro a casa di Giuseppe Provenzano, che era il braccio destro dell'architetto Giuseppe Liga. Da lì abbiamo ricostruito a tappeto la rete di chi gestiva le scommesse". Lo ha detto il procuratore aggiunto a Palermo Antonio Ingroia commentando l'operazione che oggi ha portato a undici arresti nel mondo delle scommesse clandestine. "Tra i fermati c'é anche Giovanni Pecoraro, già arrestato per concorso esterno in associazione mafiosa, accusa poi archiviata - ha detto - In questo caso si parla di intestazione fittizia di beni, faceva da prestanome. Qui procediamo per un fatto specifico". Non c'é un collegamento con l'inchiesta di Cremona ma, ha spiegato Ingroia, "non c'é dubbio che se Cosa nostra si impegna nel mondo delle scommesse cerca anche di controllare i risultati delle partite".
 

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