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Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Legami tra mafia e antiracket, stop della prefettura a due associazioni

Si tratta di LiberoJato e Libero Futuro Bagheria Valle Eleuterio: la prima è stata cancellata, la seconda non ammessa nell'elenco delle associazioni antiracket. Lo ha deciso il prefetto Antonella De Miro sulla base delle indagini svolte dalle forze dell'ordine

Per sospette infiltrazioni mafiose l'associazione LiberoJato è stata cancellata dall'elenco delle associazioni antiracket dalla Prefettura di Palermo. Mentre l'associazione antiracket Libero Futuro Bagheria Valle Eleuterio non è stata ammessa. La decisione è stata presa dal prefetto Antonella De Miro, che si è basata sulle indagini svolte dalle forze dell'ordine.

I legami tra mafia e antiracket di facciata sono l'ultima frontiera della commissione Antimafia presieduta da Rosy Bindi che è stata a Palermo in occasione del 25esimo anniversario della strage di via D'Amelio e che indagherà anche sull'associazionismo. Un terremoto per il movimento antiracket palermitano, scrive oggi il quotidiano La Repubblica Palermo, perché le due associazioni gravitano nell’area di uno dei leader dell’ultima stagione dell’antimafia, Enrico Colajanni, che ha ormai rotto con Addiopizzo, ed è l’animatore di Libero Futuro.

Tra i soci fondatori di LiberoJato ci sono i figli di Giuseppe Amato, l’imprenditore edile di Partinico che diede la sua carta d’identità al capomafia Leoluca Bagarella, il cognato di Totò Riina. Di Libero Futuro Bagheria fanno parte gli imprenditori Di Salvo, che stavano ristrutturando il palazzetto dello sport di Palermo, interdetti dalla prefettura perché in rapporti con i Virga: altra famiglia d'imprenditori ritenuti in odore di mafia. 

A seguito di informazioni ricevute dalla Prefettura di Palermo, l’amministrazione comunale di Bagheria ha immediatamente revocato l’affidamento in concessione di un bene confiscato alla mafia, l’immobile di via D’Azeglio al civico 50, all’associazione “Libero Futuro”. Come è noto l’immobile è stato affidato con bando ad evidenza pubblica a Libero Futuro ed in ossequio al regolamento comunale in essere sui beni confiscati alla mafia. Nelle more della procedura amministrativa per revocare l’atto, recentemente l’amministrazione comunale, nel momento stesso in cui è stata informata dalla prefettura, ha già offerto ufficiosamente, durante la visita effettuata con il dirigente generale Antonino Candela, all’Azienda Sanitaria Provinciale, questo immobile per poterlo utilizzare quale consultorio, proprio alla luce della revoca.

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