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Cronaca

La loggia segreta nel Trapanese, Francesco Cascio torna libero

Il tribunale del Riesame ha revocato gli arresti domiciliari per l'ex presidente dell'Ars. E' stato stabilito che la competenza non era del gip di Trapani, ma di quello di Palermo. Si tratta dell’inchiesta sulla presunta superloggia di Castelvetrano che avrebbe condizionato le scelte degli amministratori

L'ex presidente dell'Assemblea regionale siciliana Francesco Cascio, finito agli arresti domiciliari lo scorso 21 marzo nell'ambito dell'inchiesta sulla presunta loggia del Trapanese che avrebbe condizionato la politica, torna in libertà. Il tribunale del Riesame ha accolto il ricorso della difesa stabilendo che la competenza a occuparsi del caso non era del giudice delle indagini preliminari di Trapani, ma di quello di Palermo.

La loggia segreta di Castelvetrano, lo sfogo che incastra Cascio: "Quello mi dice il discorso"

Per gli inquirenti il ruolo chiave nella loggia lo avrebbe avuto l'ex deputato regionale Giovanni Lo Sciuto. E proprio i contatti con quest'ultimo hanno messo nei guai Cascio. L'ex presidente dell’Ars è accusato di avere assunto il ruolo di talpa avvisando Lo Sciuto di essere intercettato e indagato. Proprio Lo Sciuto, intercettato in auto, si sfoga con un suo collaboratore: “Quello mi viene a dire il discorso dopo due mesi e mezzo”. E "quello" sarebbe stato proprio Cascio.

Annullata anche l’ordinanza riguardante il medico palermitano Antonio Di Giorgio, che dai domiciliari passa all’obbligo di dimora. L'accusa era di truffa aggravata. Con un collega avrebbe tentato (senza riuscirci, ndr) di concedere lo status di invalido (con una percentuale del 46%) a una persona “a fronte dell’assenza di qualsiasi patologia rilevante, nella piena consapevolezza della falsità dei certificati medici”, traendo in inganno l’Inps affinché erogasse un sussidio. Coscienti, come emergerebbe dalle intercettazioni riportate nell'ordinanza di custodia cautelare, di ciò che stavano facendo. 

Le misure cautelari scattate nell'ambito dell'indagine sono complessivamente 27 e quella di Cascio - difeso dagli avvocati Enrico Sanseverino, Vincenzo Maria Giacona e Roberto Mangano - potrebbe essere solo la prima di una lunga serie di scarcerazioni proprio per un difetto di competenza. Entro 45 giorni il Riesame dovrà depositare le motivazioni e ha trasmesso gli atti alla Procura di Trapani per le valutazioni sull'incompetenza.


 

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