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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Palazzo Reale-Monte di pietà

Il reportage. Occupazione al Croce fra arte e una nuova radio

C'è chi segnala i problemi di un edificio vecchio di molti anni e chi punta l'attenzione sulla coesione fra studenti durante la protesta. Ma per tutti l'occupazione diventa un momento formativo

Il pathos dei ragazzi, le aule che diventano degli ossimori fra lavagne interattive e i buchi sul tetto, la rabbia degli insegnati fuori dall’istituto. Si palpa subito e senza tanta fatica il contrasto generazionale fra chi occupa e chi l’occupazione non la capisce e la contrasta. E inoltre, cosa che stupisce ancora di più chi sta a guardare, sembra impossibile trovare una via di conciliazione.

Trascorrono così le ore all’interno di una delle scuole occupate di Palermo, il liceo scientifico Benedetto Croce nel cuore del centro storico della città, a Ballarò. I rappresentanti, Gianluca Boccadifuoco e Alberto Prestileo entrambi studenti di quinto anno sembrano avere le idee chiare su come ottimizzare il tempo durante l’occupazione. “Abbiamo organizzato – dicono - dei corsi pomeridiani di cineforum, di chitarra (che ha riscosso grande successo tanto da formare due classi) e poi vorremmo chiedere il permesso per uno di murales, perché ci piacerebbe molto realizzarne alcuni in palestra.

Liceo Croce occupato, il reportage - foto Piera Zagone

Quest’occupazione ha anche una novità: una radio. Proprio ieri, infatti, sono cominciate le trasmissioni dei “Crociani on air”. “Ci piace l’idea – ha spiegato Domenico Luca Graziano, studente e promotore dell’iniziativa – di poter esprimere il nostro dissenso tramite un canale diverso da quelli tradizionali. Questo progetto continuerà anche dopo l’occupazione e sarà totalmente autogestito da noi studenti”.

L’occupazione al Croce si rivela abbastanza moderata.  Se anche preside e personale docente viene lasciato fuori dal portone l’attività amministrativa continua ad essere svolta e garantita. Inoltre i ragazzi che non hanno votato questa forma di protesta non hanno preso le distanze dall’istituto. “Scegliamo di continuare a venire a scuola per studiare e non restare indietro con i programmi”, racconta Alessia Palazzolo. “Questa occupazione – le fa eco la compagna Roberta Di Stefano che ha votato per l’assemblea permanente – è stata fatta in maniera più ordinata e composta dell’anno scorso. Mi sono ricreduta”.

Continuando il giro fra le classi incontriamo i veri sostenitori dell’occupazione, quelli che nelle classi con gli spifferi, i tetti sfondati e le lavagne interattive hanno passato la notte. A loro chiediamo il motivo della protesta. “Non si tratta solo di motivazioni esterne  - spiegano Francesco Mattariano, Carlo Lo Piccolo e Federico Morana -. A scuola viviamo diversi problemi sia legati alla struttura e alla mancanza di manutenzione sia legati ai tagli all’istruzione. Quest’anno ad esempio i corsi d’inglese si pagano e sono più cari e abbiamo dovuto rinunciare ai sovvenzionamenti per il viaggio d’istruzione”.

C’è insofferenza per questo tipo di sacrifici ma anche la volontà di ripartire insieme: “In questi giorni – racconta Leonardo Cusenza di V M – abbiamo scoperto che c’è una grande coesione fra noi ragazzi. Mi ha sorpreso vedere che anche gli studenti che non hanno votato l’occupazione sono tornati a scuola anche per studiare”. Di diverso avviso la preside Anna Maria Catalano: “Non sono d’accordo con un’occupazione che non permette, quanto meno, il regolare svolgimento dei consigli di classe e del consiglio d’istituto”.
 

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