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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

La lezione di Libero Grassi, 28 anni dopo: "Oggi Palermo sa dire no al pizzo"

La città ricorda l'imprenditore ucciso da Cosa nostra il 29 agosto 1991. La figlie Alice ha spruzzato vernice rossa in via Alfieri, luogo dell'omicidio del padre: "Eliminato dalla mafia, dall'omertà dell'associazione degli industriali, dall'indifferenza dei partiti, dall'assenza dello Stato"

Palermo ricorda oggi l'imprenditore Libero Grasi ucciso da Cosa nostra il 29 agosto di 28 anni fa. Alle 7.40, ora in cui venne ucciso, si è tenuta una commemorazione sul luogo del delitto, in via Alfieri. Alice Grassi, figlia dell'imprenditore ucciso, ha spruzzato anche quest'anno vernice rossa sul luogo dell'omicidio del padre, ucciso per avere detto no al pizzo.

Quel 29 agosto 1991, Libero Grassi fu ucciso con due colpi di pistola dopo essere stato pedinato. In via Alfieri è stato affisso anche oggi il manifesto scritto a mano, perché la famiglia non ha mai voluto una targa, in cui si ricorda: "Il 29 agosto 1991 è stato assassinato Libero Grassi, imprenditore, uomo coraggioso, ucciso dalla mafia, dall'omertà dell'associazione degli industriali, dall'indifferenza dei partiti, dall'assenza dello Stato". Alla cerimonia presente anche il sindaco Leoluca Orlando, Oltre a un gruppo di commercianti bengalesi che si sono opposti al pizzo e l'assessore regionale Salvatore Cordaro in rappresentanza del governatore Nello Musumeci.

Così il sindaco Leoluca Orlando, che ha deposto con Davide Grassi una corona: "Libero Grassi ha gettato un seme, in anni bui della città, anni in cui la maggioranza degli imprenditori, della politica e spesso delle istituzioni accettava il pizzo come un male inevitabile. Il suo sacrificio e poi lo straordinario impegno della famiglia guidata da Pina Maisano furono da stimolo per una presa di coscienza e per un impegno simboleggiato dalle tante associazioni antiracket e per un consumo critico sorte in tutta Italia. La presenza oggi alla cerimonia di imprenditori oltre che di tanti giovani è il segno che quel seme è stato raccolto a Palermo ed oltre Palermo. La presenza di tanti stranieri fra cui anche commercianti e imprenditori, dimostra ancora una volta come nell'apertura e nell'incontro Palermo e l'Italia abbiano tutto da guadagnare e possano costruire occasioni di liberazione e riscatto. La Palermo che ha ricordato oggi Libero Grassi è una Palermo molto cambiata e questo anche grazie al suo esempio civico e al suo sacrificio. È conferma di questo cambiamento la presenza oggi alla commemorazione di imprenditori e commercianti, italiani e stranieri. Quei stessi imprenditori e commercianti che nel 1991 rimasero sordi agli appelli di Libero Grassi. Oggi la mafia esiste ma è una tessera deviata, culturalmente marginale nella nostra società, la mafia non governa più Palermo".

"Un imprenditore - ha aggiunto il presidente della Regione Nello Musumeci - con la schiena dritta che si oppose, fino alle estreme conseguenze, all’infame ricatto del pizzo. Il sacrificio di Libero Grassi deve essere un riferimento fondamentale per tutti coloro i quali hanno a cuore la costruzione, in Sicilia, di un’economia sana e senza condizionamenti mafiosi. Ecco perché, oggi, è doveroso ricordarlo".

Addiopizzo ha invitato la cittadinanza a partecipare alla giornata in suo ricordo e della moglie Pina Maisano. "Quando si rievoca la storia di Libero Grassi in molti ancora oggi tendono a dare una rappresentazione fuorviante di quanto accadde il 29 agosto 1991 - dicono da Addio Pizzo -. Tanti ritengono che Libero Grassi fu ucciso perché si ribellò alle estorsioni e non considerano, in realtà, che l'uccisione fu provocata dalla solitudine e dall'isolamento a cui fu relegato da istituzioni, colleghi imprenditori e cittadini".

"A ventotto anni dall'assassinio, Grassi avrebbe a fianco diversi commercianti e imprenditori che nel frattempo si sono finalmente liberati da ogni forma di taglieggiamento - concludono da Addiopizzo -. Tuttavia la giornata del 29 agosto sarà un momento per interrogarsi su cosa sia rimasto dell'esempio di Libero Grassi, sul valore delle scelte di chi trova il coraggio di denunciare, sulle difficoltà che si incontrano lungo tale percorso e su come cambiano le dinamiche criminali attraverso cui si perpetra il racket delle estorsioni".

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