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Cronaca Carini

In Sicilia costa soffocata dal cemento, ma Carini è esempio virtuoso

Pubblicato l'ultimo rapporto Mare Monstrum di Legambiente. L'Isola è la quinta regione italiana per abusi, ma il Comune del Palermitano spicca per la lotta all'abusivismo

Crescono in Sicilia i reati legati all'abusivismo edilizio lungo le coste. Lo rivela l'ultimo rapporto Mare Monstrum di Legambiente. Per l'associazione, nel 2019 nell'Isola sono state accertate 933 infrazioni legate al "cemento illegale", dato che vale alla Sicilia il quinto posto nella classifica nazionale, vinta dalla Campania con 1.715 reati contestati. Secondo posto per la Puglia e terzo per il Lazio.

"Accanto al cosiddetto vecchio abusivismo, quello che sopravvive alle demolizioni - si legge nel rapporto - c’è quello nuovo, di coloro che,nonostante tutto, continuano a ritenere un diritto il godimento della vista mare dalla finestra di casa".
 
I dati, forniti da forze dell'ordine e Capitanerie di porto, sono stati elaborati dall'associazione ambientalista secondo cui il trend rispetto al 2018 nell'Isola per questo tipo di reati è in crescita. Tra denunce e arresti le persone coinvolte in fatti di cemento illegale sono state 505, mentre i sequestri 268. 

Tra tanti "nei" -  Legambiente cita come esempi al negativo la Scala dei Turchi in provincia di Agrigento, Triscina in provincia di Trapani - c'è però anche il plauso a chi invece combatte il cemento, come Carini. "Ci sono luoghi dove, seppur lentamente, il ripristino della legalità fa il suo corso, dove le case abusive vengono abbattute restituendo lo spazio alla collettività - si legge -. Succede a Carini, in provincia di Palermo, dove l’amministrazione conduce un lento ma continuo progetto di liberazione del lungomare dalle case abusive, a Licata, nell’Agrigentino,  dove il comune continua nelle demolizioni avviate nel 2016, così come a Bagheria e a San Vito lo Capo, sempre in Sicilia".

Nel dossier anche i dati sulla pesca illegale che, anche nel 2019, continua a farla da padrone nel Mediterraneo. Sono state sequestrate oltre 553 tonnellate complessive di pescato. Oltre 7.500 gli attrezzi da pesca e quasi 69 i chilometri di reti da posta derivanti sequestrati con “solo” 5.207 illeciti accertati (dei quali ben 1.204, pari al 23,1% del totale, in Sicilia, saldamente in testa alla classifica) per una media nazionale di 0,7 illeciti per km di costa.  
 

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