rotate-mobile
Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Tentò di entrare al Palazzo di giustizia con una pistola carica, condannato finto finanziere

Inflitti 6 anni di carcere con il rito abbreviato a Giovan Battista Calabria che a luglio aveva con sé una Beretta con 15 colpi ed aveva esibito ai carabinieri un finto tesserino. Venne subito arrestato. La Procura aveva chiesto una condanna a 10 anni, ma è stato dimostrato che l'arma non avrebbe potuto sparare

Il primo luglio dell’anno scorso aveva provato ad entrare all’interno del palazzo di giustizia con una Beretta dalla matricola abrasa e 15 colpi nel caricatore, utilizzando un finto tesserino da finanziere, ora Giovan Battista Calabria, 50 anni, di Santa Maria di Gesù, è stato condannato a 6 anni di carcere con il rito abbreviato. Il gup Annalisa Tesoriere ha inflitto una pena più bassa rispetto ai 10 anni richiesta dai sostituti procuratori Giacomo Brandini e Bruno Brucoli, che avevano coordinato l’indagine.

Il tentativo di irruzione, che venne sventato dai carabinieri in servizio nel tribunale, suscitò molto allarme. Calabria non diede poi alcuna spiegazione al suo gesto e si ipotizzò anche che potesse aver avuto un obiettivo preciso da colpire. Con sé aveva una Beretta modello 98F, col caricatore inserito e 15 cartucce calibro 9x21. Inoltre, per tentare di entrare, aveva anche esibito ai carabinieri un tesserino falsificato della Guardia di finanza, con la sua foto, le sue generalità e il grado di “luogotenente”.

I suoi difensori, gli avvocati Vincenzo Pillitteri e Giuseppe Seminara, hanno però sostenuto che la tesi dell’ipotetico attentato non potesse avere un fondamento: l’imputato, infatti, sarebbe entrato diverse altre volte al palazzo di giustizia e le telecamere di sorveglianza che si trovano nella zona lo avrebbero immortalato almeno un’ottantina di volte. Chi ha in mente un agguato - dice la difesa - solitamente è molto più prudente.

Il giudice ha dato una pena più mite rispetto a quella chiesta dai pubblici ministeri probabilmente anche per un altro motivo: da una perizia è infatti emerso che l’arma che Calabria aveva con sé non sarebbe stata nelle condizioni di sparare. Da alcune intercettazioni è inoltrevenuto fuori che era la stessa moglie dell’imputato a rimproverarlo, dicendogli, in sintesi, che aveva combinato un pasticcio con quel tentativo di irruzione in tribunale, anche alla luce dei suoi precedenti problemi con la giustizia. Lui in altre circostanze avrebbe raccontato quasi vantandosi di essere entrato nel palazzo di giustizia o di aver preso il caffè al bar, come se fosse stato qualcosa di galvanizzante. La Procura, alla fine di settembre, aveva chiesto per lui il giudizio immediato e oggi è arrivata la condanna.

Proprio in questi giorni, peraltro, a Calabria sono stati sequestrati beni per 300 mila euro che, secondo la Procura, sarebbero provento di attività illecite. 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Tentò di entrare al Palazzo di giustizia con una pistola carica, condannato finto finanziere

PalermoToday è in caricamento