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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Borgo Nuovo

"Pressioni" durante la costruzione del centro “La Torre”: un arresto

In manette un presunto mafioso ritenuto appartenente al mandamento di Passo di Rigano. Sequestrata la società "Palermo Recuperi", impegnata nei lavori di realizzazione del centro di Borgo Nuovo

Intimidazioni e danneggiamenti ad una azienda per favorire la società di sua proprietà. I carabinieri hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un presunto mafioso, ritenuto appartenente al mandamento di Passo di Rigano, e sequestrato una società edile impegnata nei lavori di costruzione di un centro commerciale a Palermo. L'arrestato è B.M., di 44 anni, già coinvolto nel 2008 nell'operazione “Perseo”. L'accusa nei suoi confronti è di tentata estorsione e illecita concorrenza aggravata, in quanto compiute con modalità tipiche delle associazioni mafiose. L'inchiesta è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (procuratore aggiunto Antonio Ingroia e dai sostituti Marcello Viola e Vania Contrafatto) e svolta dai carabinieri di San Lorenzo.

L’indagine è stata avviata dopo la denuncia presentata dai responsabili dei cantieri per la costruzione del centro commerciale Ipercoop di Borgo Nuovo, nell'aprile del 2008, in relazione a vari atti intimidatori e danneggiamenti nei confronti di un'impresa di Agrigento subentrata nell'esecuzione dei lavori. L'attenzione degli investigatori si concentrò proprio su B.M., impegnato a garantire in via esclusiva alla propria impresa “Ediltransport” le attività di movimento terra per conto della società “Palermo Recuperi”.

Dopo l'assegnazione dei primi lavori di sbancamento, la ditta di B.M. era stata estromessa per il mancato rispetto di alcune clausole contrattuali. Nei giorni successivi l'azienda che era subentrata, l'agrigentina “Europa Costruzioni”, aveva però subito diverse intimidazioni e danneggiamenti. Le indagini patrimoniali svolte contestualmente dai carabinieri hanno consentito di accertare che i reali titolari della “Palermo Recuperi” erano Francesco Francofonti e Antonino Vernengo, entrambi arrestati per associazione mafiosa. L'azienda, che è stata sequestrata per questo motivo dal Gip, sarebbe stata intestata a partire dal 2001, attraverso vari passaggi societari, a congiunti e prestanome dei due presunti mafiosi ai quali sono stati notificati avvisi di garanzia.




 

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