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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Altarello / Via Giuseppe di Marco

Da uno scantinato alla prima app per le mamme

Intervista a Fabio Lo Cascio, tra i soci fondatori di Return, azienda tra le più note del settore. Dai primi esperimenti in un piccolo garage alle ultime evoluzioni: da iMamma all'enciclopedia statistica del calcio su iPhone

La tecnologia, la crisi, i progressi del web e le sue prospettive. PalermoToday affronta questi argomenti con Fabio Lo Cascio, esperto informatico, tra i soci fondatori di Return, azienda tra le più note del settore, in via Di Marco: tecnologia all'ultimo grido, le novità e i prodotti di casa Apple, accessori e consulenza su iPad e iPhone.

Fabio Lo Cascio, 57 anni, è uno dei pionieri del settore. Cosa succedeva quando eravamo ancora agli albori? Ci racconti la sua “scalata”
“Ho iniziato con Compuservice, in un piccolo garage, nel 1987, in via Siracusa. Poi il primo service grafico negli anni 90, in via De Gasperi, quindi
l’unione con Informatica Commerciale. Ho un passato da giornalista, sono pubblicista, e nel mio passato ci sono le frequentazioni con le tipografie
palermitane. Ho vissuto l’epoca in cui non c’erano strumenti. Sono passati quasi 30 anni: nel febbraio del 1985, acquistai il mio primo Mac, 128 kilobyte. Era il sistema principale dell’editoria, un “virus” trasmesso a tutte le entità produttive nell’ambito tipografico. Ho venduto impianti che si basavano sul Mac".

Lei è tra i soci fondatori dell’azienda, l’anima storica. Qual è il segreto di Return?
"E’ un’azienda che è formata da diversi soci lavoratori con le colonne Mario, Stefano e Vincenzo. Cosa che oggi ci dà la possibilità di affrontare la crisi. Con noi c’è gente esperta, che è sul mercato da oltre 20 anni. Return è nata nel 2006, è un’azienda fatta di amici. Sappiamo che la concorrenza è spietata. Ma la nostra forza è il fatto che abbiamo una clientela consolidata, che non tradisce. Il nostro cliente è fedele. Abbiamo seminato bene. Ho tanti anni di esperienza, so come vanno le cose, anche perché prima sono un utente appassionato di tecnologia. Molte aziende sono state costrette a chiudere, massacrate dalla vendita dei prodotti online e dal proliferare dei centri commerciali. Noi attuiamo la politica del prezzo medio".

L’ultima vostra iniziativa si chiama Return Service, che si occupa di sviluppo applicazioni per mobile e web con l'ultima creazione che si chiama iMamma.
"Sì, abbiamo creato per conto di un nostro cliente, iMamma.  Si tratta della prima app gratuita dedicata alle future mamme, aiuta a contare i giorni che mancano al parto, a registrare i primi calcetti del bebè, a ricordare gli esami da fare, i cibi da assumere, le regole da rispettare in gravidanza. Ma mi fa piacere segnalare anche la creazione delle App per il giornale di Sicilia e la prima  vera enciclopedia statistica del calcio su iPhone e cioè
"Tutti i numeri del calcio""

Soffiano anche per voi i tempi della crisi?
"Sì, la crisi si sente anche nel nostro settore. Abbiamo vissuto il boom del mobile, quando cioè è diventato principalmente un fenomeno di costume. Parlo del 2007, col primo iPhone. Ora la crisi si avverte. È un problema circolare, si tratta di un settore che mostra segni di cedimento e che ha registrato alcune modifiche. C’è stato lo spostamento da prodotto a servizio. Prima il cliente veniva a comprare, ora viene soprattutto a riparare. Noi basiamo tutta la nostra attività su due fasi fondamentali: il pre-vendita  basato sulla consulenza ed il post-vendita fondato su una continua e puntuale assistenza.  Oramai la vendita è diventa quasi il pretesto per generare un servizio. Si è ribaltato tutto".

Che prospettive ci sono adesso?
"Penso si stia andando verso una precisa direzione: la fine del desktop. Immagino un imminente fusione tra computer desktop e tv, una sintesi vera e propria. Tra poco con un gesto si potranno avere le notizie. Penso alle televisioni multimediali, a tutto tondo. Succederà quello che è successo in altri ambiti. Tutto subisce un processo di trasformazione come, ad esempio, quello avvenuto nel mondo della musica, dove la proliferazione dei sistemi portatili e della musica "liquida" ha soppiantato il concetto di alta fedeltà. E’ stato ucciso l’ascolto profondo della musica…”.

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