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Cronaca

Incontinenza questa sconosciuta, un paziente: "Un intervento mi ha cambiato la vita"

Un 42enne palermitano, per tre anni, a causa della disfunzione non è quasi uscito di casa. Poi la svolta: un medico gli ha consigliato un nuovo metodo non invasivo. Aidop e Anffas lavorano ogni giorno per fare informazione sul tema e chiedono alle istituzioni di fare di più

Conoscere le metologie non invasive in grado di contrastare l'incontinenza può cambiarti la vita. La storia di F.B., 42enne palermitano, testimonial dei pazienti presenti alla giornata di studio "Incontinenza. Codice degli appalti e qualità di vita", che si è svolto questa mattina all'Iemest, ne è la prova. Dal 2010 al 2013 il 42enne è stato costretto a rimanere a casa: "Ho dovuto fare avanti e indietro dal bagno- racconta a PalermoToday -. Anche più di quaranta volte al giorno. E' diventato quindi impossibile uscire". Poi ha incontrato il dottor Di Trapani che gli ha consigliato di fare un intervento di gate keeper ed ha ricominciato a vivere.

"I guai sono iniziati dopo l'intervento all'intestino - spiega il 42enne - effettuato per asportare 38 tumori. Subito dopo ho dovuto fare sei mesi di chemio e un mese e mezzo di radioterapia". L'asportazione, quasi totale, dell'intestino gli ha provocato un'incontinenza acuta e la radioterapia ha fatto il resto causandogli una bruciatura che ancora oggi, come emerge dagli esami, ha lasciato il segno.

chirurgo Di Trapani-2La svolta nel 2013. "Inserendo delle piccole protesi di polimero espandibili a livello dello sfintere anale - spiega Benedetto Di Trapani a PalermoToday - siamo riusciti a migliore la continenza. Il metodo esiste da quattro anni". Di Trapani fa parte di Aidop, Associazione italiana disfunzioni organi pelvici, Onlus nata per informare ed assistere quanti soffrono di queste disfunzioni, per formare ed aggiornare i medici, gli operatori sanitari del comparto infermieristico ed assistenziale, i responsabili della gestione logistica ed economica del comparto socio-sanitario, sulle opportunità diagnostiche e terapeutiche disponibili per queste patologie. "Ci sono altre metodiche non invasive, oltre a quella applicata su F. - continua di Trapani - che possono migliorare la vita del paziente". 

Questi interventi non sono ancora molto conosciuti anche perchè non per tutti la Regione prevede un rimborso. "La Regione - spiega Di Trapani - non dovrebbe creare ostacoli ma agevolare il paziente rimborsando questi interventi che porterebbero tra le altre cose a tagliare i costi dei pannoloni che invece la regione sostiene". Certo perchè questi interventi riducendo l'incontinenza fanno sì che il paziente abbia bisogno di meno pannoloni. Nonostante l'Aidop abbia fatto diversi appelli alle istituzioni però ancora nulla è cambiato e sono una parte degli interventi è finanziata. "Chiediamo alle istituzioni di avere più attenzione sul tema", conclude Di Trapani che con l'Aidop sta lavorando ad una partership con i Rotory per creare un ambulatorio dove fare visite gratuite.

incontro incontinenza Iemest (5)-2Le istituzioni dovrebbero fare di più anche per Antonio Costanza, presidente dell'Anffas Palermo e vicepresidente regionale. "Le famiglie sono stanche del dialogo assente con la Regione. I pazienti sono cittadini attivi e hanno la sensazione di essere abbandonati. I diritti non possono essere legati a problemi economici o ai bilanci perché in questo modo le persone vengono umiliate e offese". La convenzione Onu dei diritti delle persone con disabilità giunta quest'anno al decimo compleanno stabilisce quali diritti queste persone debbano avere per esser cittadini come tutti gli altri e non cittadini di serie B. "La convenzione non è mai stata ratificata dalla Sicilia a differenza del resto d'Italia. Siamo una Ragione a statuto speciale ma c'è un limite a tutto. E' arrivato il momento di adottare un modello basato sui diritti umani e sulla qualità della vita", continua Costanza.

Per riuscire nello scopo secondo il presidente è "necessario fare un'attenta analisi del territorio per conoscere realmente il fabbisogno delle persone con disabilità. Solo sapendo quali siano le esigenze si possono destinare bene le risorse. Quando successo tra l'assessore Miccichè e i fratelli Alessio e Gianluca è la riprova di quanto certe istituzioni regionali sappiano essere distanti dalle esigenze delle persone. Bisogni che a volte si traducono in domande alle quali si dovrebbe rispondere senza se e senza ma".

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