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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca

Palermo, le dimissioni di Zamparini e quelle telefonate intercettate: "E’ una società morta…"

Questo diceva sulla Mepal, la società che detiene e gestisce il marchio del rosanero, quando non credeva di essere ascoltato. Il sospetto è che il "passo indietro" fatto dal friulano, secondo gli inquirenti, fosse strategico per evitare ulteriori grane

Mentre parlava al telefono, Zamparini non immaginava di essere intercettato. E parlando in libertà del suo Palermo, delle operazioni finanziarie e di cessione del marchio, di conti, perdite e pareggi, avrebbe reso alcune dichiarazioni considerate inequivocabili dagli inquirenti: “Noi abbiamo ottimizzato la vendita della Mepal per sistemare il bilancio con le perdite”. A riportare le trascrizioni finite nel fascicolo in mano alla Procura è il Giornale di Sicilia all’indomani del provvedimento eseguito ieri dalla guardia di finanza che ha sequestrato 1.135.077 milioni di euro dalle casse del Palermo e altri 99.993 euro dal conto personale di Zamparini e pari alle sue quote societarie.

Ad un giorno dalla decisione della Corte sportiva d’Appello che ha rigettato il ricorso del Palermo e “condannato” il club a un altro anno di serie B, l’inchiesta si arricchisce di ulteriori dettagli che ruoterebbero attorno alle dimissioni del patron friulano, comunicate senza preavviso lo scorso 3 maggio, a quattro giorni dalla richiesta di applicazione della misura personale degli arresti domiciliari per Zamparini, respinta dal gip Fabrizio Anfuso proprio perché non avrebbe avuto alcun senso “colpire” l’ormai ex numero 1 del Palermo. Ma secondo gli investigatori dietro questa mossa ci sarebbero alcuni passaggi sospetti e che diverrebbero più chiari sulla scorta di alcune intercettazioni.

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Maurizio Zamparini - foto Ansa-2“Io rimango il patron, tu in questo momento eh… - diceva Zamparini (in foto) alla sua collaboratrice Daniela De Angeli - parlerai con Giammarva e ne parleremo insieme, ok? Lavora tranquilla con lui, perché lui ha con me, come io…tutte le settimane tu gli fai la relazione, lui poi me la trasmetterà…poi ti spiegherò…non hanno ancora finito di perseguitarci…io non voglio più niente a che fare con l’amministrazione ufficialmente del Palermo e Giammarva mi deve fare tutto… però ne parliamo a voce io e te, ok?”. Le dimissioni di Zamparini da consigliere delegato, comunicate tramite una nota nella quale si annunciava l’ingresso nel cda di Andrea Bettini, sono arrivate a pochi giorni dal verdetto sull’istanza di fallimento per insolvenza respinta dal collegio giudicante del tribunale di Palermo.

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Alle intercettazioni su Zamparini si aggiungono quelle relative a una conversazione intercorsa tra Stefano Gropaiz, advisor di Paul Baccaglini durante le trattative per l’acquisizione della società, e Angelo Baiguera: “Ha preso il marchio, l’ha venduto per una cifra folle e adesso si ricompra la società… ha dei consulenti veramente pericolosi…quel pazzo di Morosi che lo segue, anzi che gli firma le perizie… ha preso una valanga di soldi da Zamparini, gli dirà di sì su tutto”. Ma è lo stesso Zamparini, in alcune occasioni, a “confessare” alcuni dettagli sulle operazioni finanziarie  e societarie : “Il bilancio della Mepal, sono due due righe, la Mepal ha dentro solo il marchio e non fa un caz…non c’ha nessuna attività, è una società morta che io ho creato apposta”.

Intanto si sono chiariti alcuni contorni relativi al sequestro eseguito ieri dalla guardia di finanza, che a seguito delle indagini svolte e coordinate dalla Procura, ha “accertato gravi indizi di colpevolezza a carico del patron friulano e degli altri indagati per i reati di false comunicazioni sociali, ostacolo alle funzioni di vigilanza della Covisoc, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e autoriciclaggio. E’ stato, altresì, contestato alla persona giuridica Us Città di Palermo l’illecito amministrativo dipendente dal citato reato di autoriciclaggio commesso dal suo ex presidente”.

Un sequestro finalizzato alla “confisca del profitto - spiegano le fiamme gialle - relativo ai reati di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e autoriciclaggio nonché all’illecito amministrativo commesso a vantaggio della società, essendosi Zamparini sistematicamente servito della Mepal srl di cui lo stesso è risultato essere l’amministratore di fatto, come una sorte di ‘cassaforte’, per mettere al riparo le disponibilità correnti della società di calcio dalle temute azioni esecutive dell’Erario, nei cui confronti il club era esposto per milioni di euro sino al 2017. Per rendere possibili tali spostamenti di denaro sarebbero stati simulati dei finanziamenti verso la Mepal. Lo stesso denaro - concludono - rimaneva in definitiva inutilizzato e veniva restituito solo al momento di necessità da parte del club”.

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Relativamente alla vicenda personale di Maurizio Zamparini gli investigatori del Nucleo di polizia economico-finanziaria e del Nucleo speciale di polizia valutaria ricostruiscono alcuni passaggi “a margine delle condotte criminose che hanno riguardato la gestione del Palermo” attribuendo all’imprenditore friulano “la responsabilità di essersi fatto accreditare bonifici per l’importo di circa 100 mila euro - attinenti a crediti personali - sul proprio conto corrente acceso presso una banca svizzera, al fine di evitare eventuali pignoramenti da parte dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione, nei cui confronti l’ex Presidente è tuttora esposto per decine di milioni di euro”.

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