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Incidenti stradali

La morte di Tania, Pietro Sclafani non aveva assunto droghe

Lo stabilisce una consulenza della Procura di Palermo depositata dal pm Renza Cescon. I legali dell'imputato si sono rivolti a un centro di analisi specializzato che ha ripetuto le analisi del sangue dell'uomo. "Si è trattato di un falso positivo". Cadono così le aggravanti

Pietro Sclafani, il panettiere arrestato per avere travolto e ucciso il 17 maggio la giovane Tania Valguarnera in via Libertà a Palermo non aveva assunto droghe. Lo stabilisce - secondo quanto riporta l'Adnkronos - una consulenza della Procura di Palermo depositata oggi dal pm Renza Cescon all'udienza che si è celebrata davanti al giudice Daniela Vascellaro. Una tesi questa che conferma quanto affermato fin dal primo giorno dalla difesa di Sclafani, rappresentata dagli avvocati Marco Lo Giudice e Ninni Reina.

Gli esami tossicologici fatti subito dopo l'incidente avevano evidenziato la presenza di stupefacenti di tipo ecstasy e anfetamina. Una tesi però prontamente respinta dall'uomo e dai suoi avvocati. Così i legali si sono rivolti a un centro di analisi specializzato che ha ripetuto le analisi del sangue dell'uomo e non sono emersi elementi che fanno presupporre la presenza di droghe. "Al primo rilievo del sangue risultò positivo", spiegano dalla Procura. Insomma, un falso positivo. Ma "dalla consulenza del pm è emerso che Sclafani non aveva fatto uso di droghe". Oggi la Procura ha chiesto quindi di togliere tra le aggravante l'uso di droga alla guida. Una questione non da poco: che potrebbe far ridurre la pena in caso di condanna (ora da due a sette anni), visto che è venuta a cadere l'aggravante.

LA VICENDA - Il panettiere, 51 anni, venne arrestato poco dopo dalla polizia grazie alle testimonianze di alcuni colleghi della vittima. L'uomo è tuttora detenuto in carcere. Il giudice, all'indomani della tragedia, aveva disposto questo provvedimento perché a suo carico ci sarebbero stati rischi di "pericolo di fuga e di reiterazione del reato".

Il provvedimento di cinque pagine redatto da Daniela Vascellaro confermò anche i "gravi indizi di colpevolezza emersi da un video e dai tabulati telefonici". L'uomo dopo aver investito la giovane che stava andando al lavoro "si sarebbe fermato, poco dopo, sceso dalla vettura e dopo aver preso visione dei fatti sarebbe risalito sul furgone e andato via". Inoltre dopo essere stato raggiunto e fermato dai poliziotti tra via Rutelli e via Marchese di Villabianca "avrebbe provato a fuggire innestando la retromarcia".

"Grave disattenzione e negligenza - si legge nel provvedimento - da parte dell'indagato che, distratto e anche impegnato al telefono, non si accorgeva del pedone ben visibile sulle strisce, lungo un rettilineo pressoché deserto e con un ampio ombrello". Particolarmente raccapricciante - sostiene chi in Procura ha avuto modo vederlo - il video, acquisito da un bar nei pressi dell'incidente. Pietro Sclafani, che ha una figlia di circa 25 anni, ha investito la vittima col suo Fiat Doblò bianco. Tania Valguarnera aveva 29 anni e tra pochi mesi si sarebbe sposata.

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