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Giovedì, 28 Marzo 2024
Incidenti stradali

Uccisa mentre attraversa via Libertà, sbloccato il processo per l'omicidio di Tania Valguarnera

A dicembre si terrà la requisitoria e il sostituto procuratore formulerà la sua richiesta di condanna per Pietro Sclafani, accusato di omicidio colposo e di omissione di soccorso

Il processo per la morte di Tania Valguarnera, la giovane scultrice investita in via Libertà il 17 maggio dell’anno scorso mentre di domenica andava a lavorare in un call center, era partito in tempi brevissimi, ma da circa un anno si era impantanato in attesa di una decisione da parte della Corte Costituzionale. Decisione che ora è arrivata e che sblocca il procedimento: a dicembre si terrà la requisitoria e il sostituto procuratore Renza Cescon formulerà la sua richiesta di condanna per Pietro Sclafani, accusato di omicidio colposo e di omissione di soccorso, ovvero l’uomo che aveva travolto Tania Valguarnera ed era poi fuggito, lasciandola esanime sull’asfalto.

La questione sottoposta alla Consulta dal tribunale di Palermo, dopo l’esplicita richiesta da parte della difesa dell’imputato, riguarda un aspetto molto tecnico: la possibilità (non prevista dal codice) di citare anche in un processo che si svolge con il rito abbreviato – come questo – il responsabile civile, colui cioè che dovrebbe materialmente pagare i danni ai parenti della vittima (in questo caso l’assicurazione di Sclafani), costituita con gli avvocati Ennio Tinaglia, Roberto Bocina e Giuseppe Di Gesare. Secondo la difesa, questo avrebbe determinato dei pregiudizi per alcuni diritti garantiti dalla Costituzione.

La Consulta ha giudicato però la questione non fondata perché in ogni caso anche se l’imputato venisse condannato a risarcire i danni potrebbe sempre rivalersi sull’assicurazione con un’azione civile. Non solo, la citazione del responsabile civile in un processo che si svolge con l’abbreviato costituirebbe un pregiudizio al diritto di difesa di quest’ultimo: con questo rito, infatti, il giudizio avviene sulla scorta di prove precostituite alla cui formazione il responsabile civile non avrebbe avuto modo di partecipare. Infine, per la Corte Costituzionale, la citazione andrebbe in contrasto con le prerogative stesse dell’abbreviato, che è un tipo di processo che deve essere veloce e snello. Da dicembre, dunque, dopo circa un anno di stop, il dibattimento riprenderà.

Sclafani era stato arrestato poche ore dopo l’incidente, individuato grazie alle telecamere di sorveglianza presenti in via Libertà. Si ipotizzò che potesse essere alla guida sotto l’effetto di droga, ma poi i test lo hanno escluso. Così come, da alcune perizie, sarebbe emerso che l’uomo non superasse i 50 chilometri orari quel giorno, eliminando così pure l’ipotesi dell’alta velocità. Scartata, poi, attraverso i tabulati telefonici, anche quella secondo cui Scalfani sarebbe stato al cellulare mentre era al volante. Si è anche appurato che la visibilità, nonostante la pioggia, fosse buona. Resta dunque davvero incomprensibile come Sclafani abbia potuto non vedere la giovane che attraversava la strada e investirla.
 

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