Gli amici piangono Alessandro Nasta: più di mille per i suoi funerali
L'ultimo saluto - nella chiesa Don Orione - al pr morto nell'incidente di via Bonanno. Una maglietta nera con il suo volto sorridente, le lacrime e il dolore: "Non doveva finire così"
Cinque gradini da scalare, quelli della chiesa Don Orione. Alessandro Nasta, il pr conosciuto da tutti, si è consegnato per l'ultima volta tra le braccia amorevoli di familiari e amici. A fargli strada, la sua gente, quella che per anni ha fatto divertire. Un intenso viavai, più di mille persone, venute a portare l'ultimo saluto. Tra le inferriate della chiesa spunta perfino un mixer. Gli amici indossano una maglietta nera, su cui è stata stampata la faccia sorridente di Alessandro. Lo hanno voluto ricordare così, tre giorni dopo il tragico incidente. Allegro, solare.
La memoria si mescola con il silenzio. Le lacrime, gli applausi. Poi le parole del prete: "La fede non solleva dalla sofferenza, non toglie le lacrime, ma dà luce e illumina i passi della vita, anche quello della morte. Ale veniva in questa chiesa e come l'ebreo Nicodemo con Gesù gli farà le sue domande. Anche passando un breve periodo della propria vita al top, è nulla rispetto all'eternità e al suo significato. Tutto ha senso se ci prepariamo a ciò che viene dopo, questo è il segreto, che sta nella parola amore. Lui viveva e seminava il bene, rimanendo lontano dai riflettori".
Dolore e rabbia, per una morte ingiusta e senza senso. Via Ammiraglio Rizzo è piena. La chiesa fatica a contenere il flusso silenzioso e composto. In prima fila c'è la madre. L'altare è pieno di fiori. Sembra un prato. Nel giardino del dolore spuntano le foto di Alessandro. All'uscita, la sua bara è stata adagiata sul sagrato. Quindi il saluto finale. L'ora di andare. L'uscita del feretro è stata accompagnata dalla canzone "The Boss" di Diana Ross. Le luci si sono spente per l'ultima volta. "Ciao Ale - dicono gli amici -. Ma non doveva finire così".