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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Brancaccio

"Guerra tra famiglie" finisce in tragedia, salva la nipote e viene ucciso

A Brancaccio non si trattò di un incidente stradale, ma una resa dei conti. I fatti risalgono allo scorso 15 maggio, quando un uomo di 73 anni fu trasportato d'urgenza in ospedale. Morì il giorno dopo per arresto cardiocircolatorio. Ma il responsabile, Cosimo Geloso (25 anni) avrebbe premuto il piede sull'acceleratore volontariamente

Non si è trattato di un incidente in cui c'è scappato il morto, ma di una resa dei conti al termine di una "guerra tra famiglie". Ieri la polizia ha tratto in arresto per omicidio volontario un pregiudicato di 25 anni, Cosimo Geloso, ritenuto responsabile della morte di un 73enne palermitano investito lo scorso 15 maggio. Le serrate indagini delle forze dell'ordine, che hanno ricostruito i momenti precedenti alla tragedia, sono servite a chiarire i contorni della vicenda. Tutto sarebbe nato nel pomeriggio quel venerdì, quando le nipoti della vittima, di 17 e 18 anni, sono state aggredite da Geloso e la moglie.

I FATTI - Quel 15 maggio il settantatreenne fu investito in auto (il nome esatto della via non è stato fornito dalla Questura ndr) e trasportato dai familiari all'ospedale Buccheri La Ferla. I sanitari, dopo aver constatato le sue gravi condizioni, causate anche da patologie pregresse, ne hanno disposto il trasferimento al Civico. Ma l'uomo è deceduto il giorno dopo a causa di un arresto cardiocircolatorio. Le indagini della polizia hanno fatto luce sulla dinamica dell'incidente. Poco prima, infatti, c'era stata una "vera e propria rissa - aggiungono dalla Questura - tra alcuni familiari della vittima e i soggetti di un altro nucleo familiare, in forte attrito per motivi economici e personali".

L'ANTEFATTO - Gli investigatori della sezione Omicidi, coordinati dal procuratore aggiunto De Luca e dai sostituti Dessì e De Flammineis, hanno effettuato una serie di sopralluoghi, inserendo nel fascicolo delle indagini audizioni di testimoni e riconoscimenti fotografici, ricostruendo così il movente dell'omicidio e la dinamica dell'incidente. Le due ragazze, di 17 e 18 anni, stavano viaggiando a bordo del loro scooter a Brancaccio. Lì si sono incrociate con i giovani coniugi Geloso che le hanno "pesantemente insultate e fatte cadere dal ciclomotore", spiegano dalla Questura. Subito dopo erano andate a raccontare il tutto al padre, che ha deciso di andare a casa di Geloso per chiarire l'accaduto.

"Arrivato a destinazione - spiegano dalla Questura - l'uomo, figlio della vittima, è stato aggredito da diverse di persone, in particolare dalle donne della famiglia Geloso, che lo hanno colpito ripetutamente con oggetti metallici alla testa e al corpo, provocandogli diverse ferite". A quel punto è intervenuto il padre di 73 anni il quale, spalleggiato da altri parenti, è riuscito a sottrarre il figlio dal linciaggio per poi trovare riparo nella propria abitazione dalle parti di via Messina Marine. E così Geloso sarebbe tornato alla carica, a bordo della propria auto Lancia Y bianca. Non appena ha visto i suoi obiettivi, "ha accelerato la marcia - aggiungono dalla polizia - lanciando l'auto a folle corsa in direzione dei rivali".

L'anziano poi deceduto, per salvare le nipoti, si è frapposto tra loro e l'auto venendo investito con violenza. "Geloso - aggiungono le forze dell'ordine - non contento ha arrestato la marcia dell'auto e, brandendo un grimaldello, ha colpito ripetutamente alla testa il figlio del soggetto investito per poi allontanarsi velocemente". Dopo l’arresto, Geloso è stato sottoposto a interrogatorio dai pubblici ministeri e successivamente associato alla casa circondariale Pagliarelli. Il provvedimento di fermo è stato emesso dai sostituti procuratori Dessì e De Flammineis.

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