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Cronaca

Inchiesta sul capodanno 2013, il Comune si costituirà parte civile

Si terrà il 24 novembre la prima udienza del processo che vede coinvolti i tre dipendenti comunali, Ferdinando Ania, Salvatore Tallarita e Francesca Ciancimino, nonché il presidente dell'associazione Levana, Manfredi Lombardo, che si aggiudicò l'organizzazione

Il Comune è pronto a costituirsi parte civile nel processo che riguarda l’organizzazione del capodanno 2013. L’udienza preliminare del processo, che vede indagati anche tre dipendenti comunali, si svolgerà il prossimo 24 novembre. Dopo i primi due nomi è saltato fuori è stato quello di Francesca Ciancimino, componente dello staff di dirigente del servizio attività culturali di Palazzo delle Aquile.

Già all’epoca dei fatti l’Amministrazione, nella persona di Leoluca Orlando e dell’allora assessore alla Cultura Francesco Giambrone, “aveva sollecitato l’avvio di un’ispezione interna”. Anche loro, come dalla Procura, volevano vederci chiaro sull’organizzazione dell’evento che portò sul palco del Politeama il cantante romano Max Gazzè con una spesa complessiva di 128 mila euro. L’artista faceva parte del progetto presentato dall’associazione Leviana, di Manfredi Lombardo, che in pochi giorni ha organizzato un show di 7 ore seguito in streaming da quasi 20 mila persone.

Ai componenti della commissione che valutava le proposte, tra cui il dirigente Ferdinando Ania e il funzionario Salvatore Tallarita (adesso entrambi indagati), viene contestato l’abuso d’ufficio in concorso. Lombardo, invece, deve rispondere dell’accusa di falso perché avrebbe sostenuto di possedere il Durc, il documento unico di regolarità contributi senza il quale la Levana non avrebbe potuto partecipare. Ma la sua posizione sembrerebbe sia stata sanata dopo l’assegnazione. L’inchiesta nacque all’indomani dell’esposto presentato da Andrea Peria, titolare della Terzo Millennio, una delle società escluse dal gara.

La Terzo Millennio presentò ricorso quando fece richiesta al Comune per visionare alcuni documenti. Accesso agli atti che, però, gli fu parzialmente negato, alimentando a dismisura le polemiche sull’assegnazione. La giustizia amministrativa però gli diede ragione, sostenendo che Palazzo delle Aquile non avrebbe potuto opporsi in alcun modo. Su come siano andate le cose potrà stabilirlo solo la giustizia. La richiesta di rinvio a giudizio è firmata dal procuratore aggiunto Dino Petralia e dal sostituto Daniele Paci.

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