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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

"Negli ultimi anni incendi disastrosi": nasce a Palermo la Consulta per la gestione forestale

E' costituita da istituzioni, organizzazioni, associazioni che sono coinvolti in attività di formazione, ricerca e volontariato riguardo la gestione e tutela delle risorse forestali in Sicilia. L'iniziativa presentata all'Università

Tra le prime richieste c'è l'aggiornamento del  Piano Forestale Regionale della Sicilia (PFRS),  scaduto dal 2013, e l'aggiornamento dell'Inventario Forestale (IFRS) e della  Carta Forestale della Regione Siciliana (CFRS),  realizzati nel 2009 e  anch’essi da aggiornare. E in una moderna politica del settore forestale prioritarie  sono le aree naturali protette (parchi e riserve) che insieme ai Siti Natura 2000 costituiscono la Rete Ecologica Siciliana. Sono alcuni degli obiettivi che si pone la Consulta per la gestione forestale responsabile in Sicilia, costituita da istituzioni, organizzazioni, associazioni che a vario titolo sono coinvolti in attività di formazione, ricerca, volontariato, rappresentanza sindacale rigiardant la pianificazione, gestione e tutela delle risorse forestali in Sicilia.

“La Consulta – hanno detto questa mattina i promotori presso l'aula magna del dipartimento di Scienze agrarie e forestali dell'Università di Palermo - si propone quale interlocutore delle Istituzioni regionali competenti per promuovere in Sicilia una politica forestale volta alla gestione sostenibile e responsabile delle risorse forestali. Inoltre, la Consulta promuoverà iniziative culturali per aumentare la consapevolezza dei cittadini sul ruolo fondamentale che le risorse forestali svolgono per la salute del Pianeta Terra”. Alla presentazione hanno partecipato Giorgio Clesceri, associazione universitaria studenti forestali (Ausf)  Palermo, Donato S. La Mela Veca, Dipartimento SAAF, Università di Palermo, Dario Fazzese, Flai-Cgil  Palermo, Angelo Dimarca, Legambiente Sicilia, Giovanni Giardina, Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Palermo.

Nel “manifesto” della Consulta  si parla della programmazione di Piani di gestione forestale per l' impiego efficiente della manodopera forestale in funzione delle effettive esigenze “superando l’attuale inadeguata e dispendiosa gestione degli operai forestali”.  Tanti gli obiettivi:  valorizzazione delle filiere dei prodotti legnosi e non legnosi, promozione della certificazione dei prodotti e dei servizi ecosistemici ottenibili dalla gestione dei boschi,  riduzione dei rischi ambientali legati agli incendi e al dissesto idrogeologico.  rinaturalizzazione dei rimboschimenti di conifere e latifoglie realizzati nel secolo scorso, recupero dei boschi degradati dagli incendi, dal pascolo eccessivo, da tagli irrazionali o da agenti patogeni,  ripristino colturale dei castagneti e delle sugherete in abbandono colturale, mantenimento e tutela degli habitat naturali e delle formazioni vegetali naturali che caratterizzano la fisionomia del paesaggio forestale e che possiedono peculiare interesse naturalistico.

“Gli incendi disastrosi degli ultimi anni – scrivono nel manifesto i promotori della consulta - confermano la necessità di procedere all’aggiornamento del Piano Regionale di difesa della vegetazione dagli incendi. L’aggiornamento deve tenere conto del fatto che gli eventi partono sempre più da aree di interfaccia urbano-foresta prive di norme di pianificazione e di misure di prevenzione. Ampio spazio nel “manifesto” al tema delle risorse umane, dai forestali, da valorizzare,  ai neo laureati in Scienze forestali.  

“ll miglioramento delle politiche in ambito forestale non può prescindere dal riconoscimento delle competenze tecniche specifiche che in particolare i dottori in Scienze Forestali ed Ambientali hanno in tali settori – è scritto nel manifesto -  E diventa determinante  riorganizzare e razionalizzare tutto l’insieme di norme e regolamenti  che regolano l’attività della manodopera forestale, spesso slegate o perfino in contraddizione tra di loro.  A tal fine si auspica la formulazione di un testo unico organico, che serva a dare certezze e che risulti di semplice applicazione. Una visione pianificata nel tempo, potrebbe sicuramente consentire una progressiva stabilità occupazionale, che tenga conto delle esigenze ecofisiologiche stagionali dei boschi e non dei discontinui e irrazionali meccanismi di finanziamento della Regione”.

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