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Cronaca

Goletta Verde, analisi sulle acque: ecco le spiagge inquinate nel Palermitano

L'ultima campagna di Legambiente dipinge un quadro allarmante sull'inquinamento dei mari siciliani. In provincia trovate cariche batteriche alte a Termini, Porticello, tra Terrasini e Trappeto e in altri punti

I risultati delle analisi fatte sugli scarichi in mare, sui depuratori non sempre perfettamente funzionanti e sulle spiagge sommerse dai rifiuti dipingono un quadro allarmante per le acque siciliane. Questo l’esito della campagna Goletta Verde 2016 di Legambiente, che ha effettuato 27 campionamenti in tutta la costa tra il 4 e l’8 luglio, trovando ben 17 siti con cariche batteriche sopra la norma, a volte anche con valori due volte oltre i limiti consentiti. Duro il commento di Legambiente, che alla luce di questi dati ricorda quanto l’Italia sia indietro sulla messa a norma di sistemi fognari e depurativi: "Piuttosto che agire non abbiamo fatto altro che collezionare multe dall’Unione Europea".

Dei dieci campionamenti effettuati nel Palermitano, cinque hanno fatto scattare l’allarme. Tra questi la spiaggia compresa tra la Capitaneria e il vecchio oleificio del porto di Termini Imerese, il piano Stenditore, nel lungomare di Ponticello (Santa Flavia), la spiaggia della Bandita vicina tra la chiesa e l'ospedale Buccheri La Ferla, quella della foce Nocella, tra Terrasini e Trappeto; lo scarico fognario di Terrasini, vicino alla diga foranea del porto, lo sbocco dello scarico nei pressi di corso Mattarella, a Villagrazia di Carini, lo sbocco del depuratore vicino al torrente Chiachea (Carini) e quello alla foce del torrente Pinto a Trappeto.

Nessuna preoccupazione, invece, per le rilevazioni effettuate a Sferracavallo, nei pressi di via Barcarello (di fronte alla pompa di sollevamento) e in località Aspra, a Gallodoro (campionatura effettuata di fronte al tubo di scarico). Su quest’ultimo punto, tra l’altro, vige ancora un divieto temporaneo di balneazione emanato dal sindaco. "La mancata depurazione  - scrivono da Legambiente - continua a essere una delle maggiori minacce del mare siciliano. Sono passati dieci anni dal termine ultimo che l'Unione Europea ci aveva imposto per mettere a norma i sistemi fognari e depurativi, ma piuttosto di agire non abbiamo fatto altro che collezionare multe. A pagare l’immobilismo cronico delle istituzioni saranno al solito i cittadini”. Legambiente, con il suo progetto, lancia un appello a tutti i cittadini, chiedendo loro di segnalare chiazze sospette e tubi che arrivano a mare.

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