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Cronaca

"Ciak, si gira": in città le riprese del film tv sul giornalista Mario Francese

La pellicola sarà realizzata dalla Taodue per Mediaset. Il compito di interpretare il cronista ucciso dalla mafia il 26 gennaio 1979 è stato affidato a Marco Bocci

Le strade di Palermo diventano un set per le riprese del film tv "Mario Francese". Il compito di interpretare il cronista ucciso dalla mafia il 26 gennaio 1979 è stato affidato a Marco Bocci. La pellicola è realizzata dalla Taodue per Mediaset e sarà girata tra il capoluogo siciliano e Roma dal 16 gennaio al 17 febbraio. 

"Mario Francese" è uno dei quattro film evento dedicati ad altrettante figure "simbolo". Oltre alla vita del cronista che per primo denunciò l'ascesa della mafia corleonese, Taodue racconterà la vita di Libero Grassi, imprenditore icona della lotta contro il pizzo; di Renata Fonte, unico amministratore donna uccisa per il suo impegno civile, e di Emanuela Loi, componente della scorta di Paolo Borsellino, morta nell'attentato del 1992 in via d'Amelio. Quattro produzioni che compongono la collana "Liberi sognatori. Le idee non si spezzano mai”.

"Questo mestiere - racconta Bocci - a volte ti regala sorprese che ti travolgono. Fare progetti del genere, da attore, ti carica di grandissima responsabilità che oltre alla professionalità e basta. Mi piacerebbe raccontare Mario Francese non solo per quello che è successo, ma anche nel suo privato, nel suo carattere, nella sua personalità"

La storia di Mario Francese sarà sceneggiata da Claudio Fava e diretta da Michele Alhaique.Libero Grassi avrà il volto di Giorgio Tirabassi. La storia di Renata Fonte sarà sceneggiata da Monica Zapelli, diretta da Renato De Maria e interpretata da Giulia Michelini. La vicenda di Emanuela Loi sarà sceneggiata da Graziano Diana e diretta da Enzo Monteleone.

"Con ‘Liberi sognatori. Le idee non si spezzano mai’ - spiega il produttore Pietro Valsecchi - vogliamo raccontare ai più giovani, che spesso ignorano le pagine più buie della nostra Storia, i nomi e le vicende delle donne e degli uomini che sono stati in prima linea contro la violenza e le ingiustizie. La linea editoriale da me sviluppata con Umberto Ambrosoli si basa infatti sull'idea che la fiction televisiva possa trasmettere contenuti etici profondi attraverso un linguaggio emotivamente coinvolgeente in grado di parlare nel profondo alla coscienza degli spettatori".

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