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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

La banda dei falsi incidenti: mutilavano gambe e braccia per truffare le assicurazioni, 42 arresti

Doppia operazione di polizia e guardia di finanza: smantellata una pericolosa organizzazione criminale. Tra le persone fermate c'è anche un avvocato palermitano. Centinaia gli indagati. Vittime costrette per lunghi periodi all'uso di stampelle e sedie a rotelle

Mutilavano braccia e gambe per intascare i soldi delle assicurazioni. E' scattato all'alba a Palermo e in provincia un maxi blitz che ha portato a 42 arresti: 34 messi a segno dalla polizia, otto dalla guardia di finanza in un'inchiesta parallela, chiamata "Contra fides".

Spaccavano le ossa nella stanza degli orrori

L'operazione della Mobile, denominata "Tantalo bis", ha smantellato una pericolosa organizzazione criminale specializzata nelle frodi assicurative realizzate attraverso le mutilazioni di arti di vittime compiacenti. Sono stati scoperti numerosissimi episodi ai danni delle compagnie assicurative.

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Tra le 34 persone fermate dalle Squadre Mobili di Palermo e Trapani, c'è anche un avvocato palermitano che curava la parte legale di molti dei falsi incidenti. Centinaia risultano inoltre essere le persone indagate. Si tratta dell'appendice dell'operazione messa a segno la scorsa estate.

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L'associazione criminale disarticolata dalla polizia con le indagini dirette dalla Procura di Palermo ha evidenziato "la particolare cruenza degli adepti che non esitavano a scagliare pesanti dischi di ghisa come quelli utilizzati nelle palestre sugli arti delle vittime, in modo da procurare delle fratture che spesso menomavano le parti coinvolte costringendole anche per lunghi periodi all'uso di stampelle e sedie a rotelle".

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Importanti per il buon esito delle indagini le dichiarazioni rese alla Procura della Repubblica di Palermo da parte di alcuni collaboratori. Si tratta di alcune persone tratte in arresto nell'ambito dell'operazione Tantalo della Squadra Mobile di Palermo dello scorso agosto, che dopo l'arresto hanno deciso di collaborare.

finanza 2-2-2In azione, oltre alla polizia, anche i finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo ed il reparto polizia penitenziaria di Palermo del carcere Pagliarelli. Le accuse emerse nell'operazione della guardia di finanza chiamata "Contra fides" sono: associazione a delinquere, truffa aggravata, lesioni aggravate, usura, estorsione, peculato e reimpiego, emessi dalla Procura della Repubblica di Palermo. Disposto anche un provvedimento di sequestro (nella foto accanto un'auto di lusso sequestrata) emesso dalla Procura della Repubblica di Palermo, di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di stima di oltre mezzo milione di euro. Effettuate anche numerose perquisizioni in città e provincia.

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I retroscena

Se per fratturare una gamba usavano dischi di ghisa o blocchi di cemento, per rompere un braccio anche degli anestetici, seppure di bassissima qualità. Il tutto in cambio di poche centinaia di euro da offrire alle 'vittime' consenzienti di turno, di solito persone poverissime che non avevano neppure i soldi per fare mangiare i propri figli. Sono una sessantina i casi di mutilazioni scoperti dagli inquirenti.

Secondo quanto emerge dall'inchiesta i truffatori avrebbero offerto 300 euro per una gamba da fratturare, e quattrocento euro per un braccio da fratturare. In carcere anche alcuni periti assicurativi. L'inchiesta è coordinata dai procuratori aggiunti Sergio Demontis ed Ennio Petrigni. Le vittime compiacenti venivano reclutate dai membri delle organizzazioni in luoghi frequentati da persone ai margini della società. "Come tossicodipendenti, persone con deficit mentali o affetti da dipendenza da alcool, e con grandi difficoltà economiche, attratti dalle promesse di facili e cospicui guadagni, mai corrisposti dall’organizzazione criminale - dicono dalla polizia -. Oltre 50 le vittime che, con i loro racconti colmi di disperazione hanno consentito di avvalorare il quadro accusatorio nei confronti dei sodali dell’associazione criminale".

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Le indagini hanno permesso di ricostruire anche la triste vicenda che ha coinvolto un cittadino tunisino, Hadry Yakoub, trovato morto in via Salemi, nella zona di corso dei Mille, nel gennaio del 2017. La morte, in un primo momento decretata come conseguenza di un incidente stradale, in realtà era stata determinata dalle fratture provocategli da qualcuno della banda per inscenare un finto incidente. Da lì gli accertamenti che hanno portato a scoprire il giro di frodi assicurative. Ad Hadry Yakoub venivano anche procurate dosi di crack per evitare che si potesse sottrarre alle lesioni.

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