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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Schede per cellulari contraffatte, indagato Fabrizio Miccoli

Secondo un'inchiesta della Dia, il Capitano rosanero si sarebbe fatto consegnare schede "pulite" da un centro Tim e ne avrebbe poi ceduta una al figlio del latitante Antonio Lauricella

Dopo la retrocessione l’indagine. Non è un buon momento per il capitano del Palermo Fabrizio Miccoli che – secondo quanto scrive RepubblicaPalermo - risulta indagato nell’ambito di un’indagine della Dia su schede per cellulari contraffatte. Il calciatore rosanero, coinvolto insieme al titolare di un centro Tim, è sospettato di accesso abusivo a un sistema informatico. Miccoli si sarebbe fatto consegnare schede “pulite” e ne avrebbe poi ceduta una al figlio del latitante Antonio Lauricella.

Secondo gli investigatori l’attaccante salentino utilizzava quattro telefonini intestati a quattro ignari palermitani. E uno di questi apparecchi sarebbe stato prestato dal giocatore del Palermo al suo amico Mauro Lauricella, il figlio del boss della Kalsa arrestato nel settembre 2011. Miccoli, nell’ambito dell’inchiesta condotta da Leonardo Agueci, è indagato per accesso abusivo a un sistema informatico, “in concorso” con il titolare di un centro Tim del centro città.

Miccoli e il figlio del boss

Secondo la ricostruzione del centro operativo Dia, il capitano rosanero avrebbe chiesto al commerciante di fargli avere quattro telefonini “puliti”. I magistrati cercheranno di scoprire a cosa dovevano servire le utenze che si sarebbe procurato Miccoli. Gli inquirenti sospettavano che Lauricella junior tenesse contatti con il padre durante la latitanza proprio attraverso una delle schede “pulite” ma non è emerso nulla di ciò. Miccoli, dal canto suo, non ha mai nascosto l’amicizia con Mauro (che non ha mai avuto guai con la giustizia). Il reato previsto dall’articolo 615 ter del codice penale prevede una condanna fino a tre anni.

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