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Cronaca

Truffa sull’Iva per un milione e mezzo Sequestro a rivenditore di auto di lusso

La polizia tributaria ha scoperto che l'evasione fiscale sarebbe stata compiuta sulle pratiche di immatricolazione di circa 190 autovetture importate dalla Germania tra il 2009 e il 2010

Una frode all'Iva per oltre un milione e mezzo di euro è stata scoperta dal nucleo di Polizia tributaria nel corso di una verifica fiscale a un rivenditore di auto di lusso della città. Per garantire il concreto recupero all'Erario dei tributi evasi la Procura ha emesso in via d'urgenza un provvedimento di sequestro finalizzato alla successiva confisca per equivalente delle disponibilità patrimoniali e finanziarie del responsabile.

L'attività ispettiva si inquadra nell'ambito dell'azione di monitoraggio rivolta alla scoperta delle cosiddette “frodi carosello Iva”, basate sull'interposizione, fra venditore europeo e l'impresa italiana di reale destinazione della merce, di imprese “cartiere” costituite al solo scopo di simulare, mediante fatture per operazioni inesistenti, l'acquisto in sospensione d'Iva dall'operatore comunitario e poi la successiva vendita al reale destinatario con applicazione d'imposta, il cui versamento allo Stato viene sistematicamente omesso perchè la cartiera sparisce dopo poco tempo. Per cercare di porre un freno a questo genere di frodi, molto diffuse nel mercato parallelo delle auto di lusso, il legislatore, a partire dal 2005, ha imposto ai “primi” importatori di auto destinate alla rivendita, provenienti da Paesi comunitari, di “censire” i mezzi importati in un'apposita banca dati gestita dalla Motorizzazione civile, subordinando la successiva immatricolazione del mezzo all'avvenuto versamento dell'Iva relativa, per mezzo di un apposito modello “F24 Iva immatricolazione auto Ue”.

Tuttavia dall'esame delle pratiche di immatricolazione di circa 190 autovetture importate dalla Germania nel biennio 2009 - 2010 da parte del rivenditore verificato, le Fiamme gialle hanno scoperto che quest'ultimo aveva studiato e realizzato nel tempo due particolari sistemi di frode per aggirare queste procedure. Il primo si basava sulla presentazione all'Agenzia di pratiche auto, in vista del successivo inserimento nella banca dati gestita dalla Motorizzazione, di una fattura di acconto rilasciata dal venditore tedesco riportante un valore inferiore (circa la metà) rispetto al reale prezzo di acquisto, così da parametrare su questo minor valore l'Ivada versare. Il secondo sistema è invece consistito nel dichiarare falsamente all'Agenzia delle Entrate, al fine di ottenere lo "sblocco" telematico necessario per procedere all'immatricolazione del mezzo, che le auto importate non erano destinate alla rivendita ma sarebbero state utilizzate dallo stesso imprenditore quali beni strumentali da destinare al noleggio senza conducente, permettendo all'importatore di usufruire indebitamente dell'esenzione dall'obbligo di versamento dell'Iva previsto in questi casi.

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