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Cronaca

Redditi per 1,5 milioni non dichiarati Denunciato imprenditore “fantasma”

Da più di cinque anni svolgeva un'attività di installazione e manutenzione di impianti di climatizzazione. Per coprire i guadagni usato il contro della madre pensionata. "Tradito" dalle fatture per le detrazioni chieste dai clienti

Per il fisco, fino a qualche giorno fa, era un “signor nessuno”: nessuna dichiarazione dei redditi presentata, niente proprietà, niente conti correnti. Eppure da più di cinque anni un trentaseienne palermitano svolgeva in città una intensa attività di installazione e manutenzione di impianti di climatizzazione, che gli ha permesso di guadagnare circa 1 milione e mezzo di euro senza mai pagare alcuna imposta.

Per nascondere i proventi aveva pensato bene di utilizzare i conti correnti bancari intestati alla madre pensionata, su cui versava i compensi dell’attività, nella massima parte percepiti in contanti. Nel sistema evasivo messo in atto, però, c’era un problema: molti dei clienti erano interessati ad ottenere le detrazioni fiscali previste dalla legge per gli interventi finalizzati al risparmio energetico, per cui il soggetto in alcuni casi è stato costretto a rilasciare fattura con indicazione del prezzo e l’altra documentazione tecnica stabilita dalla normativa relativa alle agevolazioni nel settore. Documenti, questi, che il fisco provvede a tracciare telematicamente ed a far confluire in apposite banche dati a disposizione degli organi di controllo.

A scoprire l’evasore totale (come si definiscono i soggetti che, pur producendo reddito imponibile, restano sconosciuti al fisco ed omettono completamente di presentare le dichiarazioni dei redditi), sono stati i militari del gruppo della guardia di finanza di Palermo, che hanno incrociato i dati contenuti nell’apposito “data base” contenente le specifiche informazioni con quelli risultanti dall’anagrafe tributaria, accorgendosi che il soggetto non aveva mai presentato alcuna dichiarazione né versato imposte. E’ scattata quindi una verifica fiscale, durante la quale, allo scopo di individuare e ricostruire il reale giro d’affari “in nero”, le fiamme gialle sono ricorse alle indagini finanziarie, richiedendo agli istituti di credito della città tutta la documentazione bancaria attinente al soggetto ed ai suoi più stretti congiunti.

I finanzieri hanno riscontrato che i conti correnti dell’imprenditore erano stanzialmente “vuoti”, mentre quelli della madre presentavano negli anni cospicue movimentazioni di denaro. Esaminando uno per uno versamenti e prelevamenti e confrontandoli con le prestazioni che il soggetto aveva certificato ai propri clienti per consentire loro di usufruire delle detrazioni di legge, è stato possibile dimostrare che i flussi finanziari formalmente riconducibili alla madre erano in realtà tutti riferibili all’attività d’impresa svolta “in nero”. L’imprenditore “fantasma” è stato quindi segnalato all’Agenzia delle entrate per l’avvio delle procedure di recupero dei tributi evasi e denunciato alla Procura per il reato di “omessa presentazione della dichiarazione”.
 

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