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Cronaca

Terrasini, 2005-2013: storia di un depuratore mai nato

Maggioranza e opposizione non riescono a mettersi d'accordo sul luogo in cui realizzare l'impianto di terza generazione quindi si va avanti con un sistema di pretrattamento ormai superato. Ecco il punto sul progetto

Dopo lo studio di Goletta Verde di Legambiente, dal quale emerge che anche il mare nei pressi della spiaggia la Praiola, a Terrasini, è inquinato si riprende a parlare di depuratore comunale.

Anni di consigli comunali non sono bastati a maggioranza e opposizione per trovare un accordo sul luogo in cui realizzare il nuovo impianto e così il vecchio (di pretrattento) non è ancora stato ammodernizzato.

Siamo nel 2005 quando l’amministrazione comunale dei tempi, guidata d'allora sindaco Antonio Randazzo, venendo a conoscenza della possibilità di ottenere un finanziamento europeo, a fondo perduto, di 11 milioni di euro, propone di usarlo per costruire l'impianto sulla costa e precisamente a Cala Rossa, nominata dalla Regione Siciliana Sito d'interesse comunitario. La notizia fa scalpore, porta in piazza i consiglieri dell'opposizione e gli ambientalisti e blocca la realizzazione.

Così Franco Russo, Presidente del WWF Sicilia e Girolamo Culmone, Direttore della Riserva di Capo Rama commentavano il fatto in una nota: "Il Comune di Terrasini ha finalmente deciso di dotarsi di un depuratore per adeguare l’attuale impianto che scarica con un pennello a mare. Ma alla giusta decisione di adeguare lo scarico alle norme dell’igiene e del buon senso si contrappone la scelta del sito: in uno dei posti più belli ed affascinanti del lungomare terrasinese, di fronte alla cinquecentesca Torre Alba (resa famosa da alcune scene del film “i cento Passi”), in prossimità di un Sito di Interesse Comunitario ed a pochi metri dalle case dei cittadini". "Uno degli argomenti portati avanti dai sostenitori dell’impianto è quello del rischio della perdita del finanziamento, che ha tutto il sapore del ricatto. Tutto questo è inaccettabile anche se fosse a costo zero o se ci fossero ricavi il posto è e rimane inadatto".

Parecchi anni dopo (nel 2011) la maggioranza decide di pensare ad un luogo alternativo e decide di costruire il depuratore di terza generazione Cipe_finanziamento-2alle falde del monte Palmeto. Il progetto è costoso, perchè la distanza dal centro abitato impone l'istallazione di alcune pompe di sollevamento facendo lievitare le spese.

Oggi, 25 luglio 2013 il depuratore ancora non c'è. Nei giorni scorsi il sindaco Massimo Cucinella si è recato a Roma per discutere del progetto.  Con la delibera numero 60 del 2012, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 11/07/2012 il Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) ha infatti stanziato oltre 15 milioni di euro per la sua realizzazione.

L'incontro a Roma. Spiegano dal Comune: "Il sindaco comunicherà ai consiglieri e alla cittadinanza le ultime novità, le indicazioni e i risultati  dell'incontro avuto a Roma il 18 luglio 2013, con i funzionari e i tecnici del Ministero dell'Ambiente e della tutela del Mare, mercoledì 31 luglio in occasione di un Consiglio Comunale convocato per discutere sul tema. Si farà il punto della situazione, in riferimento al sito individuato e allo stato del progetto preliminare".

Nell'attesa che il cerchio si chiuda, "i cittadini pagano -  spiega il consigliere di maggioranza Fabio Censoplano - la tariffa di depurazione (unica per tutto l'ATO idrico) per un'impianto che non abbiamo...stiamo contribuendo ai costi di gestione degli impianti degli altri comuni...domani gli altri comuni contribuiranno al nostro".

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