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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Processo firme false, l'ex deputata La Rocca conferma tutto: "Abbiamo ricopiato i moduli"

L'ex deputata regionale, oggi imputata, ha deposto in aula sullo scandalo scoppiato all'indomani delle amministrative 2012. A scatenare il caos un luogo di nascita indicato erroneamente: "Ma quelle persone avevano firmato realmente"

Quell’errore nella compilazione dei moduli rischiava di fare capitolare la lista del Movimento 5 Stelle prima ancora delle votazioni e quindi le firme furono ricopiate. A sostenerlo questa mattina in aula durante il processo per le cosiddette “firme false”, davanti al giudice monocratico Salvatore Flaccovio, al pm Claudia Ferrari e agli avvocati, è stata Claudia La Rocca, ex deputata regionale dei grillini e attuale collaboratrice del vicepresidente dell’Ars Giancarlo Cancelleri. Furono lei e il collega Giorgio Ciaccio, dopo quanto accaduto, a denunciare quella circostanza per cui oggi ci sono 12 persone sotto processo tra ex deputati, attivisti, avvocati e anche un cancelliere del tribunale.

Il timore di attivisti e candidati, alla vigilia della tornata elettorale palermitana del 2012, era che un luogo di nascita indicato in maniera errata potesse invalidare tutte le altre firme che sarebbero servite per la candidatura a sindaco di Riccardo Nuti. “Tre giorni prima della scadenza del termine per la presentazione - ha dichiarato La Rocca in aula - ci si accorse di un errore: Giuseppe Ippolito non era nato a Palermo ma a Corleone”. L’ex deputata del M5S ha poi raccontato della convocazione urgente nella sede del Movimento, allora in via Sampolo, per discutere il problema. “Eravamo un po’ sprovveduti. Si pensò di ricopiare tutte le firme, ma nessuno voleva ledere la volontà di chi aveva firmato”.

Dopo aver ascoltato la prima parte della deposizione di La Rocca, il pm ha cercato di focalizzare la sua attenzione su chi prese quella decisione. “Quando arrivai la decisione era stata già presa. Nella stanza c’erano Giorgio Ciaccio, Alice Pantalone, Claudia Mannino, Samantha Busalacchi e Riccardo Nuti”. Ma non solo: “C’erano anche altre persone che però non ricordo”, ha aggiunto la teste che poco prima aveva spiegato a chi fosse imputabile l’errore: “Fu una svista di Samantha Busalacchi. Le firme erano state già raccolte nei banchetti, era un problema rilevante che creò agitazione. Siccome quelle persone aveva veramente firmato, in maniera superficiale si è pensato di ricopiare tutto”.

Sotto processo per la falsificazione materiale ci sono gli deputati nazionali Riccardo Nuti, Claudia Mannino e Giulia Di Vita costretti dopo la sospensione dei probiviri a passare dal Movimento 5 Stelle al Gruppo Misto alla Camera, gli attivisti Samanta Busalacchi, Pietro Salvino, Riccardo Ricciardi, Giuseppe Ippolito, Stefano Paradiso, Toni Ferrara e Alice Pantaleone, l’ex esponente del Movimento nonché avvocato Francesco Menallo e il cancelliere del tribunale di Palermo Giovanni Scarpello.

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