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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Sicilia prima regione per episodi di corruzione: i casi sono il 18,4% del totale

Il dato emerge dall'ultimo rapporto Anac “Numeri, luoghi e contropartite del malaffare in Italia”, presentato dal centro studi Pio La Torre nel corso della quarta conferenza del Progetto educativo antimafia e antiviolenza: 28 i fatti nel triennio 2016-2019

È la Sicilia la regione che nel triennio 2016-2019 ha registrato più episodi di corruzione: secondo l'ultimo rapporto Anac “Numeri, luoghi e contropartite del malaffare in Italia” sono stati 28, il 18,4% del totale e quasi quanti gli episodi rilevati in tutte le regioni del Nord (29 nel loro insieme). Seguono Lazio (22 casi), Campania (20 episodi), Puglia (16) e Calabria (14). È uno dei dati emersi nel corso della quarta conferenza del Progetto educativo antimafia e antiviolenza intitolata “La corruzione e il nuovo sistema politico – mafioso” promossa dal centro studi Pio La Torre al cinema Rouge et Noir di Palermo. 

“Se è vero che il numero degli episodi -  ha detto Isaia Sales, docente all'Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, tra i relatori della conferenza - è maggiore al Sud, l'entità del fenomeno è più consistente al Nord, come ha mostrato la tangente sul Mose. La corruzione è lo sgabello sul quale le mafie sono salite per fare il salto di qualità e pervadere il sistema politico ed economico, agendo sottotraccia”. 

Per il 62% dei ragazzi che hanno partecipato al questionario di oggi - oltre 400 quelli presenti in sala e provenienti da una dozzina di istituti siciliani, che si sommano alle 5 scuole collegate in videoconferenza anche da altre regioni - la corruzione “fa perdere la fiducia dei cittadini nello Stato e nelle istituzioni politiche”. Il 50% degli studenti è convinto che sia ormai “radicata nel sistema politico amministrativo italiano”. Per il 64%, infine, è una “minaccia alla democrazia perché premia selettivamente i politici più voraci e spregiudicati trasformando in merce di scambio i beni della collettività”. “I ragazzi percepiscono la gravità del fenomeno che colpisce il rapporto di fiducia tra Stato e cittadini e incide sul loro futuro – ha detto il presidente del centro studi Pio La Torre, Vito Lo Monaco – per questo va sciolto il nodo tra mafia, affari e politica”.
 

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