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Cronaca Cruillas / Via Trabucco

Cruillas, nuovo centro commerciale e polemiche: "Pasticcio burocratico"

Il Comune rispolvera il Piano Trabucco: un’area di circa 45 mila metri quadrati vicino all’ospedale Cervello. Un maxi investimento che sfiora i tre milioni

Un’area di circa 45 mila metri quadrati vicino all’ospedale Cervello. Arriva un nuovo centro commerciali in città. Siamo in via Trabucco. Un maxi investimento che sfiora i tre milioni. Il piano, nato quasi 20 anni fa, adesso potrebbe sbocciare. Già negli scorsi mesi Sala delle Lapidi avrebbe dovuto votare il varo definitivo, ma a causa di intoppi burocratici, il progetto è stato restituito agli uffici a causa di alcuni pareri non considerati. Ma l'atto è stato ripresentato. Ed è destinato a creare polemiche, perché "non sarebbe dotato di valutazione ambientale, anche se è una variante urbanistica".

"Tra i cavalli di battaglia del programma elettorale di Orlando c'era quello che vietava la costruzione di nuovi centri commerciali - attacca Nadia Spallitta, Pd -. E invece la nuova amministrazione ha proposto il piano Trabucco. In modo singolare e anomalo, in violazione delle norme tecniche di attuazione, i singoli lotti del Piano, invece di essere tutti uguali e pari a 3.000 metri quadrati (standard minimo per attività produttive che necessitano di servizi, impianti e parcheggi) sono di 400, 600 e 1.000 metri quadrati. Dimensioni inadeguate per qualsiasi intervento produttivo. Inoltre, pur essendo una variante sua area vasta, non erano stati acquisiti i pareri Vas-Via, obbligatori in costanza di una variante. Tra l’altro, essendo scaduti i vincoli espropriativi, la procedura della variante è obbligatoria e implica un raddoppio dei costi di espropriazione con indennità aggiuntive".

Insomma, un pasticcio burocratico, per la vicepresidente vicaria del Consiglio comunale. "A distanza di 20 anni dall’adozione del Prg che destinava a uso D2 questa zona - spiega -, il territorio si è trasformato e si è riempito di grandi e medie strutture commerciali. Per cui non appare neanche logico adottare una variante per un ulteriore centro commerciale. E poi l’intera operazione urbanistica può trovare applicazione solo per 2 o 3 lotti dal momento che circa i due terzi del territorio nel frattempo sono stati edificati e hanno acquisito destinazione d’uso residenziale, incompatibile con quella industriale e commerciale".

"Il Comune - conclude Nadia Spallitta - va avanti ipotizzando infatti lotti industriali dove già ci sono abitazioni e prevedendo investimenti a servizio di un piano industriale fantasma in quanto, si ribadisce, solo pochi lotti sono oggi inedificati, ma la loro destinazione D2 contrasta ovviamente col tessuto urbano realizzato negli anni. Ritengo che il provvedimento debba essere ritirato".

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