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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Cefalù

Spiagge a Cefalù, corruzione sotto l'ombrellone: Crocetta sospende i funzionari

Dopo l'operazione della polizia a Cefalù, arriva la decisione del Governatore. L'assessore Croce a Palermotoday: "Necessaria la rotazione tra dirigenti di dipartimenti diversi"

Sospesi dalle loro funzioni il dirigente regionale e il funzionario indagati per corruzione e abuso d’ufficio. Lo hanno deciso il Governatore Rosario Crocetta e l’assessore con delega al Territorio Maurizio Croce dopo l’operazione “Spiagge libere” della polizia di Cefalù che è servita a mettere ai domiciliari l’architetto Antonino Di Franco, fino a gennaio capo del Demanio marittimo di Palermo e provincia, e l’imprenditore Giovanni Cimino, che potrebbe a ragione reputarsi il "padrone quasi per intero" - come scrive il gip nell’ordinanza - di uno dei tratti di costa più belli, conosciuti e suggestivi del litorale palermitano, quello della cittadina normanna. Di Franco, prima del tornado che lo ha investito, avrebbe ricoperto quel ruolo per circa due anni. "Mi chiedete perché non era stata fatta ancora alcuna rotazione? Dovreste chiederlo a chi mi ha preceduto. Adesso - spiega a PalermoToday l’assessore Croce - verificheremo tutte le concessioni esistenti e laddove riscontreremo irregolarità, le revocheremo".

Con le indagini condotte dal commissariato guidato da Manfredi Borsellino, tra le intercettazioni e l’analisi di documenti e il loro sequestro (video in basso), è stato scoperchiato un presunto sistema di corruttela che avrebbe permesso all’imprenditore di 45 anni di mantenere "l’80% dei lidi e degli stabilimenti che operano sulla spiaggia sotto il suo controllo". Per arrivare a questo punto Cimino avrebbe goduto della collaborazione del Di Franco e del funzionario Salvatore Labruzzo, dalle cui mani passavano tutte le pratiche relative a Cefalù. Per ripagare gli sforzi Cimino avrebbe assunto il figlio del Di Franco presso una delle sue società per poi occuparsi dell’altra figlia e di come “farle fare l’estate”, trovandole un posto in uno lido palermitano visto che non aveva macchina. Ma le conversazioni captate dalle cimice sono diverse, come quella tra il dirigente regionale e Bartolomeo Vitale, braccio destro dell’imprenditore e Presidente dell’Associazione Operatori Balneari di Cefalù (raggiunto da un provvedimento di divieto di dimora a Cefalù), in cui Di Franco avrebbe rivelato notizie coperte dal segreto d’ufficio relative a un sopralluogo che il suo ufficio avrebbe dovuto effettuare in un noto locale sul lungomare e gestito direttamente dal Cimino. Sopralluogo che sarebbe stato omesso deliberatamente.

Ancora una volta emergerebbe, dunque, un totale asservimento di chi è chiamato a gestire la cosa pubblica a vantaggio di interessi privati. Tutto sarebbe cominciato dopo il sequestro preventivo del lido Poseidon di Cefalù, nell’aprile 2015, riconducibile a Cimino e ad oggi ancora con i sigilli. “Da quella data - spiegano dalla polizia - avrebbe avuto inizio un’attività frenetica volta a sanare o regolarizzare ogni presunto abuso che aveva comportato quel sequestro da parte dell’architetto Di Franco". Tanto che sarebbero state registrate alcune conversazioni telefoniche durante le quali la "disponibilità" degli indagati li avrebbe portati a "concordare con i legali del Cimino la linea difensiva da adottare, contribuendo alla stesura delle relative richieste di dissequestro". Tutte azioni che avrebbe portato Di Franco, come dice il gip di Termini Imerese, ad atteggiarsi quale “rais del demanio marittimo”, godendo di prebende, favori e laute regalie dagli imprenditori che beneficiavano dei suoi "benevoli provvedimenti". Ma a tutto ciò si aggiungerebbe anche la denuncia di un altro operatore, vessato da alcuni atteggiamenti "anomali" dei funzionari, che avrebbero impiegato anche un anno per definire atti amministrativi considerati abbastanza semplici.

Per l’assessore Maurizio Croce le anomalie erano abbastanza evidenti già da settembre, quando negli uffici regionali avevano cominciato a fare uno screening sulle concessioni per riscontrare eventuali irregolarità. "Non ci siamo mossi - spiega a PalermoToday - per non inficiare le indagini e per questo abbiamo atteso fino al 31 dicembre, ovvero sino a quando sono state fatte le rotazioni. Nella Finanziaria approvata abbiamo inserito delle nuove procedure per le concessioni, per garantire procedure caratterizzate da una massima trasparenza. Sono d’accordo con il presidente Crocetta quando afferma che la rotazione sancita dal codice Vigna non debba limitarsi ai dipartimenti di uno stesso assessorato, coinvolgendo invece anche gli altri. Capisco i problemi che si potrebbero venire a creare in termini di operatività, ma credo sia necessario". Il Governatore, alla luce di una serie di problemi, avrebbe nominato nel più recente passato una commissione ispettiva su questo settore. "La gravità delle questioni che sta emergendo dalle prime notizie informali che provengono dalla commissione ci invita ad accelerare il lavoro per avviare in alcuni casi specifici, contestazioni gravi di addebito nei confronti di funzionari e dirigenti".

Preferisce non aggiungere ulteriori commenti sulla vicenda il sindaco Rosario Lapunzina, amareggiato per una vicenda che rischia anche di danneggiare l'immagine di Cefalù, soprattutto con la stagione estiva alle porte: "Come Amministrazione comunale abbiamo più volte ribadito il fondamentale ruolo della imprenditoria locale nello sviluppo di una realtà turistica come la nostra e ci siamo adoperati per essere a fianco degli operatori per una celere ripresa di attività imprenditoriali che erogano servizi fondamentali ai turisti. E' comunque evidente come il tutto debba svolgersi in un quadro di legalità, nel pieno rispetto delle norme, a salvaguardia del primario interesse pubblico. Vedremo, a partire da subito, come adoperarci, d'intesa con le competenti Autorità, per evitare che possano esservi ripercussioni sulla stagione balneare già in corso".

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