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Martedì, 19 Marzo 2024
Cronaca

Tasse, sit in di Agrinsieme per dire "no" all'Imu sui terreni agricoli

Oltre un migliaio di "imprenditore della terra" hanno partecipato alla protesta. "Nel 2014 ci sono stati aggravi fiscali per 750 milioni di euro. La tassazione non tiene conto degli indici economici che descrivono la Sicilia come realtà svantaggiata"

"No all'Imu sui terreni agricoli". Oltre mille "imprenditori della terra" provenienti da tutte le province dell’isola hanno partecipato stamani al sit in organizzato da Agrinsieme, il coordinamento che rappresenta le aziende e le cooperative aderenti a Cia, Confagricoltura ed Alleanza delle cooperative. Alla base della mobilitazione la volontà di portare all’attenzione del mondo politico e dell’opinione pubblica "il ruolo, non solo economico, che l’agricoltura e l’agroalimentare riveste nel contesto sociale ed occupazionale sia regionale che nazionale", si legge in una nota. Per l’8 aprile prossimo è stato convocato un "tavolo tecnico" presso l'assessorato all'Agricoltura per fare il punto della situazione e definire tutti gli altri punti della piattaforma: accesso al credito, avvio del nuovo Psr e abbattimento dei costi di produzione.

Un settore che nel corso del 2014 è andato incontro ad una serie di aggravi di ordine fiscale - scrivono gli organizzatori - pari ad oltre 760 milioni di euro. La parte più rilevante ha riguardato l'Imu sui terreni agricoli con circa 350 milioni di euro e l’Imu/Tasi sui fabbricati rurali per 150 milioni di euro. Per quanto riguarda l’applicazione dell'Imu, ai sensi del Decreto legge numero 4 del 24 gennaio 2015, recentemente convertito dal Parlamento nazionale, la Sicilia è "la regione che rischia di subire le conseguenze peggiori essendo venuti meno tutta una serie di Comuni precedentemente considerati come svantaggiati e quindi esentati dall'imposta".

“Una tassazione – si legge nel documento presentato da una delegazione di Agrinsieme Sicilia al presidente della Regione Rosario Crocetta – che non tiene conto degli indici economici che descrivono l’isola come una delle realtà più svantaggiate dell’Unione Europea, al punto da farla rientrare nel cosiddetto 'Obiettivo 1'. Non è stato poi considerato l’altro grave handicap della Regione, ovvero quello dell’insularità per cui sono previsti, sempre a livello comunitario, dei meccanismi di compensazione economica. Il paradosso – si legge ancora nel documento di Agrinsieme  – è che alcune zone produttive del Paese, ad altissimo valore aggiunto, sono state esentate dal pagamento dell’imposta, mentre in Sicilia sono raddoppiati i Comuni assoggettati al balzello fiscale sostitutivo dell'Ici".

Come prima iniziativa è stata inoltrata una richiesta urgente di incontro al Ministro dell'Agricoltura, Maurizio Martina, chiedendo anche il coinvolgimento del responsabile dell’Economia Pier Carlo Padoan. Contemporaneamente agli uffici legali della Regione è stato attribuito il compito di approfondire la materia ed individuare eventuali spiragli di incostituzionalità per impugnare la norma recentemente approvata dal Parlamento nazionale. "Come segnale concreto di solidarietà alla categoria - scrivono ancora - il presidente Crocetta si è poi dichiarato disponibile ad inserire, nella nuova manovra finanziaria in via di approvazione da parte dell’Assemblea Regionale, alcuni correttivi in materia di credito ed in particolare per quello destinato alla formazione delle scorte".

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