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Cronaca Tribunali-Castellammare / Piazza Croce dei Vespri

"In Sicilia a rischio 5 mila posti": scatta lo sciopero delle guardie giurate

Solo la Ksm Security ha avviato la procedura di licenziamento per 516 lavoratori. Fisascat e Uiltucs: "E' boom di massimi ribassi e di piccole aziende che violano i contratti". Un corteo partirà da piazza Croci e raggiungerà la Prefettura

In Sicilia 5 mila guardie giurate rischiano di perdere il lavoro. E quelle che ancora hanno un'occupazione non se la passano benissimo. "E' boom di massimi ribassi e di piccole aziende che violano i contratti", il grido dall'allarme di Fisascat e Uiltucs. Contro tutto questo, domani alle 9, in centinaia, da tutta l'Isola raggiungeranno il capoluogo per scendere in piazza. L'appuntamento è in piazza Croci, da dove partirà il corteo verso la prefettura. Il motivo della protesta è legato ai massimi ribassi e alle violazioni contrattuali che stanno mettendo in ginocchio un settore che conta 5 mila dipendenti in Sicilia. 

I sindacati guidati da Mimma Calabrò e Marianna Flauto sono preoccupati per la situazione che sta coinvolgendo i lavoratori della Ksm Security Spa per i quali è stata aperta la procedura di licenziamento collettivo per 516 unità in tutta la Sicilia. “A rischio - denunciano i sindacati - i servizi forniti negli aeroporti, porti, ospedali, tribunali, davanti alle banche, sul trasporto valori, tutte attività che coinvolgono la sicurezza dei cittadini. Quando i costi della sicurezza vengono compressi a causa dell’abbattimento delle tariffe, tutto ciò va a scapito della qualità del servizio e il livello di rischio per tutti i lavoratori e per i cittadini diventa sempre più alto”.

I sindacati ritengono che “oggi più che mai occorre l’intervento delle istituzioni deputate al controllo e chiedono l’attivazione di un tavolo permanente istituito presso le Prefetture al quale partecipino: le questure, gli ispettorati del lavoro, la Guardia di finanza e l’Inps affinché possano essere messi in campo controlli più stringenti che possano fungere da deterrente per le imprese considerate 'poco virtuose' e possano essere sanzionate tutte quelle situazioni di irregolarità, e chiedono l’implementazione dei controlli sulle stazioni appaltanti e una seria lotta alla corruzione che ancora si annida nel settore degli appalti, per ripristinare quel sistema di legalità da tutti invocato a parole ma non garantito nei fatti”.

Quindi Calabrò e Flauto ricordano che “negli ultimi anni questo settore che opera anche attraverso appalti pubblici, anche grazie alla totale assenza di controllo degli organi preposti, ha assistito alla nascita di tante piccole imprese che operano al limite della legalità e all’aggiudicazione dei bandi al massimo ribasso con l’avallo delle commissioni preposte alla verifica, senza che venga effettuato alcun reale ed efficace controllo circa le anomalie dell’offerta. Ciò ha favorito e ha contribuito all’imbarbarimento di tutto il settore, dove le piccole imprese, nate come funghi fuori dalle regole, riescono a stare sul mercato creando le condizioni di una concorrenza sempre più sleale che non si misura sull’efficienza, sulla competenza, sull’esperienza e sulla qualità ma sull’abbattimento dei costi, realizzati solo ed esclusivamente sulla pelle dei lavoratori ed in barba al livello della qualità dei servizi a danno dei fruitori/ utenti e di tutta la collettività”.

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