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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Coronavirus, operai Fincantieri temono il contagio: "Lavoriamo senza mascherine"

Le tute blu raccontano a PalermoToday le loro paure nei giorni in cui l'Italia sta rallentando con il piano "Io resto a casa". L'azienda: "Attivate tutte le procedure, nostri operai muniti di dispositivi di protezione individuali". Failms: "Misure inadeguate"

L’epidemia ferma bar e ristoranti, le palestre e tante altre tipologie di negozi, mentre proseguono con le attività supermercati, farmacie, industrie e cantieri navali. Attuando per quanto possibile il “lavoro agile”, come chiesto dal premier Giuseppe Conte in diretta nazionale, e laddove non fosse possibile rispettando quantomeno le distanze minime di sicurezza e utilizzando guanti e mascherine. In questo momento di paura generalizzata per la pandemia del Covid-19, si fanno avanti non solo gli operatori del call center Almaviva ma anche le tute blu della Fincantieri: “Non abbiamo mascherine, non ci sono i distributori di sapone, stiamo gomito a gomito sulle navi in lavorazione e negli spogliatoi. Siamo per caso immuni al Coronavirus? Abbiamo paura, come tutti, e abbiamo famiglie dalle quali torniamo a casa ogni sera”.

Dalla società per azioni che rappresenta uno dei cantieri navali più importanti d’Europa, sollecitati dalle preoccupazioni riferito dagli operai, fanno una premessa: “Fin dal primo manifestarsi del contagio e ben prima che il problema si manifestasse nel nostro Paese, Fincantieri ha posto sotto monitoraggio l’evoluzione del fenomeno adottando provvedimenti conseguenti. Al manifestarsi del contagio sul territorio italiano è stata richiamata a tutte le unità produttive la necessità di osservare con il massimo scrupolo le indicazioni provenienti dall’Organizzazione mondiale della sanità e dal ministero della Salute, sollecitando il rispetto delle basilari norme d’igiene personale”.

Gli operai (senza mascherine) davanti all'ingresso dello stabilimento prima dell'inizio del turno

fincantieri coronavirus 2-2-2

Poi l’istituzione ai primi di febbraio di un crisis management team dedicato che “tiene costantemente monitorata la situazione e fornisce aggiornamenti, adottando tempestivamente, in coerenza e in ottemperanza con le differenti disposizione emanate dalle singole regioni, ogni misura necessaria”. Rispetto a quanto disposto già con i precedenti Dpcm la Fincantieri, spiegano, ha ulteriormente implementato le misure fino al prossimo 3 aprile: “Sospese con effetto immediato tutte le trasferte; smart working in tutti i casi in cui risulta di immediata fattibilità, sia nelle direzioni che negli stabilimenti, turnazione con la stessa finalità di ridurre la concomitante presenza del personale sui luoghi di lavoro; interdetto l’uso dei distributori automatici di bevande calde, mentre continuerà ad essere assicurata l’erogazione di acqua”.

Misure che valgono, fanno sapere dall’azienda, “anche per lo stabilimento di Palermo dove tutto il cantiere, ditte comprese, sta lavorando a turni (uno alla mattina e uno al pomeriggio). Laddove possibile è stato attivato lo smart working. La mensa è stata ‘potenziata’ e aperta per due ore mezza alla mattina e altrettante al pomeriggio in modo tale da diluire i turni ed evitare sovraffollamenti. Tutti, poi, sono muniti di dispositivi di protezione individuali. A tal proposito ci teniamo a sottolineare che all’interno dei nostri stabilimenti i lavoratori hanno sempre, non solo in questo preciso momento di emergenza, questi dispositivi a tutela della loro salute e sicurezza. Ultimo punto: viene effettuata una puntuale verifica degli accessi in cantiere”.

Stando però ai racconti di alcuni lavoratori della Fincantieri e dell’indotto, che chiedono di restare anonimi, la situazione sarebbe un'altra. ”Lavoro con i miei colleghi nella Star Breezer, quella che è stata allungata con una nuova sezione e dove è stato trovato dell’amianto. Al mio ultimo turno eravamo più mille, un terzo dei quali su questa nave. Molte squadre sono composte da stranieri arrivati negli ultimi giorni. Niente mascherine né guanti. Finite le nostre ore ci ammassiamo negli spogliatoi e ogni colpo di tosse è un colpo al cuore. Ci potrebbe essere qualcuno contagiato, ma potrebbero tossire anche per le polveri che respiriamo in ambienti poco o per nulla ventilati”.

Anche sull’aspetto mensa qualcosa non torna. O quantomeno ci sono gruppetti di operai che proprio in questi giorni, contravvenendo alla disposizione di evitare assembramenti, preferiscono pranzare all’aria aperta davanti a uno dei panifici della zona. Scene segnalate dagli stessi abitanti della zona che come tutti, soprattuto in queste ore, non si lasciano sfuggire alcun dettaglio: “Anche i supermercati sono pieni, nonostante gli sforzi del personale per non fare entrare troppa gente insieme o fare rispettare le distanze”, racconta a PalermoToday una giovane.

Operai mangiano insieme nella pausa pranzo davanti a un panificio della zona

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Il sindacato Failms: “Misure adottate non sufficienti”

“Preso atto delle misure poste in essere dalla Fincantieri spa nell’unità produttiva di Palermo, questa sigla sindacale - si legge in una nota - ritiene non sufficienti le misure adottate per la prevenzione e la tutela della salute dei lavoratori, pur nella consapevolezza degli sforzi attuati dall’azienda. In particolare non possiamo non notare che in alcuni reparti produttivi risulta molto difficile attenersi a quanto raccomandato nell’ultimo decreto. Pertanto si invita l’azienda a incrementare le misure per garantire l’osservanza di quanto previsto dalla normativa ad oggi vigente per una maggiore tutela della salute dei lavoratori tutti, siano essi propri dipendenti che facenti parte dell’indotto. Oggi più che mai l’azienda non può che attenersi a quanto prescritto e ciò in ragione dell’emergenza della diffusione del virus. Invitiamo i lavoratori a tutelare la propria salute aderendo allo sciopero di 8 ore indetto dalle altre organizzazioni sindacali presenti in stabilimento, avendo cura di evitare assembramenti così come prescritto dalla legge”.

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