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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Coronavirus, operatore del 118 positivo a Palermo: tamponi per tutti i sanitari

La paura è per il ruolo che svolgeva il sanitario contagiato, che è entrato in contatto con molte squadre anche per fornire i dispositivi di protezione. Quello che si teme è un effetto domino che potrebbe arrivare fin dentro gli ospedali. Dall'assessorato rassicurano: eseguiti diversi test su colleghi, tutti negativi

La notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno nella tarda serata di ieri: un operatore del 118 in servizio a Palermo è risultato positivo al Covid-19. Il responso del tampone non lascia dubbi e mette in allarme i colleghi che sono entrati in contatto con lui. Ma non solo. Quello che si teme è un effetto domino che potrebbe arrivare fin dentro gli ospedali. "Se si ammalano i medici come facciamo?", dicono da settimane gli operatori del settore chiedendo più protezioni. Adesso l'interrogativo esplode in tutta la sua drammaticità. L'assessorato regionale alla Salute ha disposto i tamponi per tutto il personale della Seus. Tempi e modi sono da chiarire. L'operatore positivo - secondo quanto apprende PalermoToday - è entrato in contatto con molte squadre, per più giorni, per via del suo incarico in centrale che prevede anche la distribuzione dei dispositivi di protezione. E non indossava protezioni quando parlava con i colleghi. "Siamo tanti, a contatto non solo tra di noi, ma anche con i pazienti, i loro cari, le nostre famiglie. Proteggerci è indispensabile"; dicono dal 118.

Dall'assessorato però si apprende che sono già stati eseguiti diversi tamponi, che hanno avuto la priorità in laboratorio, e sono risultati negativi. Verranno comunque ripetuti a distanza di sette giorni come prevedono le procedure. Inoltre si sottolinea che uno studio epidemiologico nazionale "prevede contatti ravvicinati per più di 15 minuti e distanza inferiore a 1,5 metri (per esserci possibilità di contagio ndr). Cosa non avvenuta durante consegna materiale tra l’operatore e il personale delle ambulanze".

Anche un infermiere di Villa Sofia positivo al Covid-19

"L'operatore della Seus positivo al Coronavirus -  precisa la Seus in una nota ufficiale - non era in servizio nelle ambulanze o in altri mezzi di soccorso del 118 siciliano. È impiegato, infatti, presso la direzione della Centrale operativa del 118 di Palermo, dove sono già stati effettuati tamponi sul resto del personale, tutti con esito negativo. Inoltre sono state attivate immediatamente tutte le misure di sanificazione degli ambienti e di contenimento previste. Il dipendente della Seus è ora in quarantena domiciliare e versa in buone condizioni di salute".

Quello che spaventa è il numero delle persone potenzialmente esposte al contagio, soprattutto calcolando il tempo di incubazione e il lavoro svolto dall'operatore adesso diventato paziente. Oltretutto parte degli infermieri del 118 sono ospedalieri ed effettuano turni "in incentivazione" sulle ambulanze (turni aggiuntivi rispetto a quelli nei nosocomi ndr). Ciò significa avere portato, potenzialmente e incosapevolmente, il Covid-19 nelle corsie. A rischio anche le squadre operative (che verificano le dotazioni sulle ambulanze), gli amministrativi e il personale degli uffici. Tecnicamente adesso, in attesa di una direttiva ad hoc da piazza Ziino, chi è stato in contatto deve avvisare il medico curante, che a sua volta farà scattare l'iter i tamponi. 

Carmelo Urzì, segretario regionale della Ugl sanità, non esita a definire la notizia "agghiacciante. "Se da una parte - dice -non possiamo che esternare la nostra rabbia, augurando al lavoratore contagiato una pronta guarigione, dall'altra accogliamo con soddisfazione l'emanazione di un provvedimento che, come organizzazione sindacale, avevamo richiesto nei giorni scorsi (il tampone per tutti i lavoratori Seus ndr).

A sottolineare il sentimento contrastante per ciò che sta accadendo, è anche Raffaele Lanteri, segretario regionale della Ugl medici, che aggiungono: "Se si vuole fermare la catena di contagio si deve censire con frequenza tutto il personale, anche non sintomatico, a cominciare dagli operatori del 118 che purtroppo oggi non hanno ancora dispositivi di protezione a sufficienza, per passare con i medici e sanitari dei pronto soccorso e poi tutto il personale degli ospedali siciliani, anche quello delle ditte in appalto che curano i servizi sanitari, le pulizie il facchinaggio e le manutenzioni. Continuiamo a ribadire infatti che chi è chiamato a prestare cure e ad operare nei luoghi di cura, non può di certo finire ad essere il paziente da curare".

"Che tra l'altro - continuano i sindacalisti - oltre ai turni massacranti sono lavoratori che fanno rientro a casa e, se contagiati e non debitamente controllati, potrebbero trasferire il virus ai loro familiari: una catastrofe! Per questo, oltre a chiedere al presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci e all'assessore della Salute Ruggero Razza di blindare le aziende ospedaliere, limitando al minimo e stretto indispensabile gli accessi di personale (soprattutto il personale amministrativo al momento non utile alla causa), anche con l'ausilio della presenza dell'Esercito, nonchè di incaricare la Protezione civile regionale di attivare una corsia preferenziale di invio di materiali di prevenzione e protezione elevata per quei lavoratori che sono in prima linea a condurre la battaglia contro il Covid-19. Siamo certi che anche questi nostri suggerimenti, come gli altri in precedenza, verranno accolti senza indugio".

"Apprendiamo a mezzo articoli stampa e non dai vertici della Seus o dell’assessorato della Salute (fatto questo già grave) che un operatore del 118 siciliano sarebbe stato contagiato dal CoVid-19 - tuonano Domenico Amato, segretario regionale Confintesa Sanità Sicilia e Renato Agugliaro, segretario provinciale Confintesa Ugs Medici Palermo -.. Che dire, innanzitutto che Confintesa, da tempo (almeno dieci giorni) e con molte note e comunicati stampa, aveva evidenziato e sottolineato la drammatica situazione di tutto il personale sanitario e non che opera all’interno del comparto del 118, autisti-soccorritori, infermieri, medici, sottolineando la mancanza dei dispositivi di protezione che la stessa Seus aveva evidenziato in diverse disposizioni di sevizio e la necessita di tamponi preventivi al proprio personale.

Per i sindacalisti “Non è sicuramente questo il tempo delle polemiche, e non lo sarà, ma è evidente che una responsabilità oggettiva dei vertici della Seus e dell’assessorato della Salute c’è, a tempo debito faremo partire gli opportuni accertamenti affinché chi ha sbagliato, paghi e paghi nella maniera più pensante, poiché sbagliare è lecito ma perseverare è diabolico; adesso possiamo solamente sperare che quanto da noi suggerito parecchi giorni orsono venga attuato in tempi brevissimi; naturalmente il nostro pensiero adesso va soprattutto al dipendente del 118 che è risultato positivo al virus, nella speranza che stia bene, che guarisca il prima possibile e che non abbia contagiato a sua volta altri colleghi o altre persone”.

Articolo aggiornato il 20 marzo 2020 alle ore 12.20

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