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Cronaca

Coronavirus, musicisti e compositori senza sostegno: "Si rivedano le regole per il bonus"

L'appello del pianista palermitano Antonio Trovato: "I parametri fissati per accedere al sussidio non sono adeguati e lasciano fuori buona parte della categoria. Chi dà lustro alla cultura e alla bellezza italiane non merita di essere tratto in questo modo dallo Stato e dalla Regione"

Già in tempi normali fanno fatica a essere riconosciuti dallo Stato come lavoratori e ora, con l’emergenza sanitaria, i musicisti professionisti si ritrovano ancora più soli e con serie difficoltà a poter accedere ai sostegni previsti dal decreto “Cura Italia”. Ne sa qualcosa Antonio Trovato, pianista e compositore palermitano, che ha deciso di sollevare il caso scrivendo a PalermoToday.

antonio trovato-2“Voglio farmi portavoce della mia categoria che purtroppo non viene riconosciuta dallo Stato e neppure dalla Regione, per esempio per quanto attiene all’indennità di disoccupazione, come già avviene invece in altri Paesi, come la Germania e la Francia. Proprio in questo periodo di pandemia – scrive Trovato – le nostre difficoltà saltano ancora più agli occhi perché non riusciamo a rientrare tra coloro che hanno diritto al bonus di 600 euro, in quanto previsto soltanto per coloro che hanno effettuato 30 giorni lavorativi nel 2019. In Italia, per un musicista che si esibisce occasionalmente – rimarca – è veramente quasi impossibile raggiungere il numero di 30 concerti in un anno e chi ci riesce superai i 50 mila euro annui di reddito, cioè il limite fissato per accedere al bonus".

Il pianista e compositore segnala anche come il parametro dei 30 giorni lavorativi sia poco adeguato pure per un altro motivo: “Ci sono figure professionali come i compositori – spiega – che svolgono un’attività prevalentemente di scrittura musicale, impiegando tantissimi giorni lavorativi senza che questi vengano considerati dallo Stato come giornate retribuite”.

Da qui l’interrogativo: “Come possono queste figure non bene inquadrate, che con le loro creazioni danno lustro alla cultura e alla bellezza italiane, rientrare nel ‘Cura Italia’? Occorre – sottolinea ancora Trovato – valorizzare la categoria dei compositori e degli strumentisti che hanno fatto e fanno immensi sacrifici nella loro vita e che producono cultura musicale, fiore all’occhiello del nostro Paese, e che purtroppo non vengono considerati come meritano dallo Stato”. E in conclusione si chiede: “Ma sanno tutto quello che c’è dietro alla preparazione di un concerto o ancor di più dietro a pagine di composizioni? Per questo vorrei, a nome di tutta la mia categoria – conclude – che lo Stato e la Regione ci riconoscessero i nostri diritti”.

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