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Cronaca

Comune: oltre 3 mila impiegati lavorano da casa, spunta la novità dell'assistente virtuale

Palazzo delle Aquile e la sfida dell'innovazione per garantire servizi ai cittadini in tempo di Coronavirus. L'amministrazione punta sull'intelligenza artificiale per rispondere alle domande più comuni in questo momento di emergenza. Attesa decisione per le riunioni del Consiglio online, le opposizioni incalzano

Sono oltre 3 mila i dipendenti del Comune che lavorano da casa. Lo rende noto l'assessore all’Innovazione, Paolo Petralia Camassa, che riferisce anche un'altra novità: l'assistente virtuale, ovverno un sistema al servizio dei cittadini dotato di intelligenza artificiale, che sarà in grado di rispondere prontamente alle domande più comuni in questo momento di emergenza da Coronavirus. 

Ieri se ne è discusso in una videoconferenza alla quale hanno partecipato oltre all'assessore, il sindsaco Olrando, il presidente ed il direttore Generale di Sispi Cesare Lapiana e Salvatore Morreale, ed Exprivia, società di punta nel campo tecnologico-informatico, rappresentata dal suo vicepresidente, Dante Altomare.

Stamattina inoltre è stato deciso che - già a partire da quella prevista per domani - le riunioni di Giunta avverranno in videoconferenza e con il sistema della firma digitale. Lo stesso vale per le commissioni consiliari che potranno partire già da mercoledì. Le modalità di riunione del Consiglio comunale online, saranno, invece, il tema di un incontro che l’assessore ha convocato per questo pomeriggio. La Sispi dovrà mettere a punto un sistema di tracciabilità dei consiglieri che consenta di rilevare le presenze in Aula e il numero di votanti di un determinato atto.

"Oggi - dichiarano Orlando e Petralia Camassa - la sfida dell'innovazione deve essere raccolta da tutti, senza se e senza ma, per due ordini di motivi: il primo, perché le disposizioni nazionali incoraggiano le pubbliche amministrazioni ad affrontare l'emergenza COVID-19 tramite l'implementazione di sistemi di telelavoro, lavoro agile e videoconferenza; il secondo, perché oggi gli strumenti informatici ci danno l’opportunità di proteggerci dal rischio sanitario e al contempo di continuare a lavorare sia sul piano politico che tecnico-amministrativo. Italia unita significa anche Unione tra le città e tra realtà aziendali, e gli incontri dei giorni scorsi hanno dato prova di grande solidarietà su temi del nostro tempo e cruciali in questa fase drammatica che tutti stiamo vivendo".

Le opposizioni intanto incalzano e chiedono a gran voce la . “Abbiamo atteso, cercato di fare fronte comune e di far prevalere il senso di responsabilità allo scontro politico. Ma non serve a nulla - dice Fabrizio Ferrandelli (Più Europa) - qui va tutto a scatafascio. L’amministrazione è lenta e dal mio punto di vista non all’altezza, le istruzioni cittadine non si chiudono e la Sispi (società partecipata del Comune per i servizi informatoci) sta dimostrando di essere un carrozzone inneficiente. Abbiamo necessità di interloquire con le istituzioni, di audire il Sindaco sui provvedimenti messi in campo e di intervenire con le nostre misure e proposte. Abbiamo bisogno di coordinare e controllare  le attività della macchina amministrativa e delle sue controllate che sono allo sbando. Ogni anno diamo migliaia di euro a Sispi e siamo ancora fermi. Siamo pronti anche a richiedere l’autoconvocazione da sottoporre a chi non vuole abbandonare la nave. Le istituzioni devono funzionare è questa città, alla deriva in molti ambiti, deve  poter essere controllata da chi come noi, all’opposizione, ha funzione di pianificazione, proposta e controllo".

Sabrina Figuccia (Udc) insiste: "Il Consiglio comunale riprenda i lavori con urgenza. La città non può e non deve rimanere priva di una guida sia per le emergenze che scaturiscono dalla pandemia, che mette a rischio la salute ed il benessere di tutta la nostra comunità, che per tutte quelle necessità che si stanno ulteriormente acuendo in questi giorni così difficili. Le principali città italiane hanno già avviato tutti gli strumenti tecnologici affinché i cittadini non si sentano abbandonati, ma questo a Palermo non accade. Perché? Siamo di fronte ad incapacità, indolenza o che altro?".

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