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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Coronavirus, la "fase 2" della sanità: da lunedì ricoveri e prestazioni ambulatoriali ordinarie

Pronta la circolare dell'assessore alla Salute che disciplina la ripresa delle attività sanitarie. Obbligo di tampone nelle 48 ore che precedono il ricovero, 1.200 posti per malati Covid. Probabile anticipo dei vaccini contro l'influenza, Razza: "Dobbiamo tutelare anziani e soggetti fragili"

E' pronta la circolare dell'assessore regionale alla Salute che da lunedì prossimo darà il via libera alla riapertura delle strutture sanitarie per le ordinarie prestazioni di ricovero e ambulatoriali, comprese quelle erogate in regime di intramoenia ed extramoenia.

Ad annunciarlo è l'assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, che apre così la "fase 2" dopo le misure stringenti adottate nei mesi scorsi per contrastare il contagio da Coronavirus. Sono tre i criteri che regoleranno le attività sanitarie in Sicilia: il criterio epidemiologico, con il monitoraggio clinico legato ai casi attivi presenti sul territorio ed eventuali casi nelle strutture sanitarie; la mappatura dei dati relativi al numero dei tamponi eseguiti nei laboratori autorizzati; l'adeguata gestione dei posti letto per i pazienti positivi con i percorsi separati nelle strutture dedicate e il corretto trattamento dei casi sospetti.

"Da lunedì si riparte - spiega Razza - perché i cittadini siciliani hanno bisogno di ricevere cure. Ripartiranno tutte le prestazioni chirurgiche, quelle ambulatoriali e gli screening, soprattutto quello oncologici. Tutto questo occorre farlo in sicurezza e con un protocollo preciso che abbiamo individuato". In particolare, è previsto l'obbligo del tampone nelle 48 ore che precedono il ricovero per un intervento chirurgico. Per quanto riguarda invece i ricoveri in area medica si è preferito ricorrere al test sierologico non rapido (con accesso venoso) e successivo tampone in caso di presenza di anticorpi. C’è poi il tema della gestione del paziente nei pronto soccorso dell’Isola: Razza spiega che ci saranno "percorsi separati, con protocolli di monitoraggio tanto per i pazienti quanto per gli operatori. Prevista l’individuazione e la differenziazione dei pazienti che necessitano o no di un ricovero, con l’adozione di protocolli di gestione per gli interventi chirurgici d’urgenza". 

Riaperte le prestazioni ambulatoriali ospedaliere e distrettuali con il medesimo regolamento, "partendo - tiene a sottolineare Razza - da una accelerazione delle liste d’attesa". Tanto che per tutte le attività ambulatoriali, sia ospedaliere che distrettuali, sia pubbliche che private, è fissato il criterio dell’aumentato dell’orario d’accesso al pubblico anche in ore notturne.

"Le stesse regole delle strutture ospedaliere pubbliche valgono per quelle private: i Lea, livelli essenziali di assistenza, sono un diritto garantito dalla Costituzione" afferma Razza, annunciano anche che la Regione sta valutando di anticipare la campagna vaccinale contro l'influenza. Ciò in previsione di un'eventuale seconda ondata del virus. "E' quasi sicuro - afferma l'assessore - che a ottobre il vaccino anti Covid non sarà pronto, quindi dobbiamo cercare di tutelare al massimo gli anziani e i soggetti fragili. Per questa ragione la vaccinazione contro l'influenza dovrebbe essere obbligatoria. L'influenza infatti potrebbe rendere più sensibile la diffuzione del Covid".

Sulla scorta delle indicazioni fornite da Roma, inoltre, la Regione dovrà avere un numero congruo di posti letto e di posti in terapia intensiva. "Stiamo predisponendo un piano che eviti la regressione alla 'fase 1'. Il che avrebbe delle ripercussioni anche sulle nostre attività economiche" dice Razza, che parla di "almeno 8 ospedali dedicati e 1.200 posti per malati Covid" ma precisa che "non ne useremo nemmeno la metà. Però li metteremo ugualmente nel piano". Poi aggiunge: "Non dovranno esserci più di 700 ricoveri e più di 80 pazienti in terapia intensiva, altrimenti da Roma scatta l'alert".

Malgrado le difficoltà sul fronte dell'edilizia sanitaria, Razza si dice "ottimista": "La sanità siciliana ha dimostrato di poter reggere all'emergenza. Adesso ci giochiamo la partita più importante: dimostrare ai siciliani che ci si può fare curare qui e che non c'è bisogno di andare altrove. Vogliamo abbattere del 50% la mobilità nelle altre regioni".

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