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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Piazza del Parlamento

La movida che non balla, dai deejay ai barman: sabato sit in degli operatori davanti all'Ars

Alle 10 si ritroveranno in piazza del Parlamento per chiedere alle istituzioni regionali di trovare una soluzione dinnanzi alla drammatica crisi. Protesteranno anche i fotografi dei matrimoni: "Siamo senza lavoro e senza sostegno"

L'appuntamento è per sabato, 30 Maggio, alle 10, in Piazza del Parlamento a Palermo. Lì si ritroverà il popolo della movida e dell'intrattenimento per chiedere alle istituzioni regionali di trovare una soluzione dinnanzi alla drammatica crisi che stanno vivendo a causa, prima del lockdown, ed ora a causa delle misure di sicurezza che, di fatto, impediscono una piena ripresa delle loro attività. Tra le varie figure che scenderanno in piazza, anche i fotografi matrimonialisti.

La movida che non balla

Il comparto, costituito da numerose figure professionali, produce annualmente in tutta Italia un indotto di miliardi di euro ed a seguito dell’emergenza Covid-19 è stato il primo a fermarsi e sospendere le attività. Dal 23 febbraio deejay, cantanti, musicisti, band, ballerini, camerieri, barman, addetti alla sicurezza e migliaia di altre persone, che ruotano attorno al mondo delle discoteche e dei locali notturni, hanno perso il lavoro. Molti non hanno ricevuto sussidi o ammortizzatori sociali e non ce la fanno più andare avanti. I titolari dei locali hanno chiuso le loro attività continuando a sostenere affitti e altri costi gestionali. Dentro questo settore ci sono migliaia e migliaia di famiglie senza più reddito e senza più lavoro.

“Siamo stati dimenticati – dicono gli operatori del settore sostenuti dal sindacato Silb – comprendiamo che bisogna mettere in atto condizioni e misure di sicurezza ma dobbiamo ripartire. Chiediamo alle istituzioni di trovare, insieme a noi, una soluzione che permetta la riapertura, un tavolo tecnico attorno al quale studiare insieme una ripartenza in piena sicurezza. Siamo aperti e disponibili a collaborazioni, ma non possiamo più rimanere chiusi”. La manifestazione rispetterà tutte le norme di sicurezza, i partecipanti indosseranno le mascherine e manterranno il distanziamento sociale, a conferma che imprenditori, liberi professionisti e dipendenti del settore chiedono un confronto pacifico con le istituzioni. Insieme, in sinergia per restituire lavoro e dignità a novantamila operatori in tutta Italia.

I fotografi matrimonialisti

Senza matrimoni a piangere sono anche i fotografi. "Siamo sul lastrico - si legge in una nota - registriamo un calo del fatturato dell' 80%. Il lockdown ha azzerato le risorse economiche di molti titolari di partita iva; parecchi non riapriranno più i loro negozi. Tutti i settori sono fortemente compromessi. Ad essa si accomuna l’intero indotto che lavora sui matrimoni: wedding planner, operatori video, laboratori fotografici,fioristi, musicisti, negozi di bomboniere, noleggio auto, negozi di abiti da sposa, catering ,e strutture che lavorano quasi esclusivamente in questo settore. Se si continuano a rispettare le regole del distanziamento sociale e dovranno essere indossati guanti e mascherine, come sarà possibile festeggiare il matrimonio, festa per eccellenza? Questa è la situazione dei fotografi matrimonialisti in quanto qualsiasi forma di assembramento e scambio fisico saranno di fatto azzerati con tutti gli eventi religiosi e non, che prevedono la presenza di un fotografo e degli operatori video che ne immortalino il ricordo".

In ragione di ciò, la categoria richiede sia chiarezza sui protocolli sanitari da seguire, che forme di sostegno economico che vadano oltre i mesi di chiusura delle attività al dettaglio, poiché verrà a mancare per lungo tempo l’oggetto del proprio lavoro. "Sollecitiamo - conclude la nota - le forze politiche ad aiutarci, disponibilità ad un tavolo tecnico per un colloquio costruttivo con le istituzioni, per dare certezze al nostro futuro, già fortemente compromesso prima dell’avvento della pandemia. Pertanto chiediamo: 1) Finanziamenti a fondo perduto, sulla base della perdita di fatturato rispetto all’anno precedente; 2) La sospensione per un anno di ogni tipo di tassazione; 3) Misure a sostegno degli affitti, condono delle ultime mensilità; 4) Sospensione delle bollette; 5) Prolungamento del bonus di 800 euro sino a dicembre 2020".

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