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Cronaca Corleone

Corleone, processione con "inchino" sotto casa Riina: condannato il confrate

I fatti risalgono al 2016, quando il corteo in onore di San Giovanni ha fatto una sosta in via Scorsone, davanti alla casa della moglie del boss. Leoluca Grizzaffi dovrà scontare sei mesi di reclusione. La difesa annuncia ricorso

I fedeli riuniti attorno alla vara di San Giovanni, la processione per le vie di Corleone e quella sosta - che non è passata inosservata - davanti a casa Riina, in via Scorsone, nel cuore del paese. Dopo oltre due anni - i fatti risalgono a maggio 2016 -  è arrivata la condanna a sei mesi di reclusione per Leoluca Grizzaffi, il confrate di 36 anni che aveva suonato la campanella per fermare il corteo religioso.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Grizzaffi avrebbe fatto in modo che la processione deviasse dal percorso ordinario e facesse una tappa e una fermata non prevista nei pressi dell’abitazione della moglie di Riina, Ninetta Bagarella. Un "inchino" alla moglie del boss. 

A notare la sosta sono stati i poliziotti e i carabinieri presenti all'evento. Dalle loro informative è nata l’inchiesta giudiziaria, trasferita alla Procura di Termini Imerese per competenza territoriale. Il pm Daniele Di Maggio aveva chiesto due anni di carcere per "turbamento di funzioni religiose del culto di una confessione religiosa". Il legale della difesa, Pierfranco Puccio, ha già annunciato che impugnerà la sentenza sostenendo che "davanti alla porta di casa Riina non c’era Ninetta Bagarella".

Intanto, inchino o no, da quell'episodio l’arcivescovo della diocesi di Monreale Michele Pennisi ha vietato a tutte le processioni di passare da vicolo Scorsone.

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