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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Calunniò 007, sei anni di carcere per Massimo Ciancimino

Il tribunale monocratico di Caltanissetta ha condannato il figlio di Don Vito, accusato di calunnia aggravata nei confronti dell'ex Sisde Lorenzo Narracci e dell'ex capo della polizia Gianni De Gennaro

Il Tribunale monocratico di Caltanissetta ha condannato a sei anni di carcere Massimo Ciancimino, accusato di calunnia. Quello che è sempre stato considerato il superteste del processo sulla trattativa, avrebbe infatti incolpato falsamente l’ex funzionario del Sisde Lorenzo Narracci di avere avuto un ruolo di intermediario tra il padre Vito, il boss Bernardo Provenzano e il fantomatico "signor Franco", il misterioso personaggio al confine tra mafia e Servizi, più volte evocato da Ciancimino come protagonista della storia d'Italia dagli anni '60 in poi, ma mai individuato.

La Procura di Caltanissetta, al termine della requisitoria, a inizio ottobre, aveva chiesto la condanna a 5 anni e nove mesi di reclusione. Prescritti, invece, i reati di rivelazioni di segreto istruttorio. Ciancimino, sempre secondo l'accusa, avrebbe anche incolpato ingiustamente anche l'ex capo della polizia Gianni De Gennaro di avere avuto rapporti con il conte Romolo Vaselli fornendogli informazioni riservate da fare arrivare al padre Vito Ciancimino. Vaselli, imprenditore edile, è considerato un prestanome di Don Vito. De Gennaro sarebbe stato calunniato soprattutto con la confidenza, fatta a un funzionario della Dia di Caltanissetta, con cui Massimo Ciancimino indicò l'ex capo della polizia e del Cesis come il "signor Franco".

Ciancimino si trova in carcere per scontare la condanna definitiva per avere nascosto della dinamite nel giardino di casa (13 cartucce cilindriche di gelatina esplosiva, 21 detonatori a miccia ed alcune micce). Secondo quanto ricostruito dalla polizia, prima trasportò materiale esplosivo in un viaggio tra Bologna e Palermo e poi lo ha nascosto nel giardino della propria abitazione. Il figlio di Don Vito inoltre in primo grado a Bologna è stato condannato a tre anni e mezzo per calunnia nei confronti di un altro agente dei servizi segreti, Rosario Piraino. 

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