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Cronaca Sperone / Via Messina Marine, 449

Banda del buco, 5 condanne: uno degli imputati stava per scagliarsi contro un giudice

Inflitta una pena pari a 4 anni. Lo scorso maggio sono stati sorpresi mentre cercavano di aprirsi un varco per accedere al supermercato Paghi Poco di via Messina Marine. Durante la lettura della sentenza uno dei 5 è stato bloccato prima di riuscire a raggiungere lo scranno

Nell’aula affollata da familiari, avvocati e forze dell’ordine si stava leggendo il dispositivo che condannava lui e altre quattro persone per un tentato furto pluriaggravato in un supermercato di maggio scorso, quando uno degli imputati si è alzato di scatto dalla sedia ed è stato bloccato dai carabinieri prima che potesse raggiungere lo scranno e scagliarsi contro il giudice.

Salvatore Dragotta (45 anni), Filippo Raccuglia (21), Ferrante Salvatore (35), Francesco Palazzotto (60) e Fabrizio Leonardi (50) sono stati condannati a 4 anni con il rito abbreviato - usufruendo quindi dello sconto pari a due terzi della pena - per il colpo tentato al Paghi Poco di via Messina Marine lo scorso 23 maggio ma sventato grazie al massiccio intervento dei militari della compagnia San Lorenzo.

I carabinieri arrivati nel cuore della notte hanno trovato due di loro fuori dall’attività commerciale con delle ricetrasmittenti in mano da utilizzare per avvisare i complici. Nella loro auto anche guanti, fascicoli e tre piedi di porco. Il resto della banda nel frattempo stava cercando di creare un varco con piccone, portandosi al seguito una fiamma ossidrica per aprire la cassaforte.

Addosso a Palazzotto, uno dei due pali, i militari hanno trovato una chiave che permetteva di aprire il portone d’ingresso del deposito merci del supermercato. I cinque componenti della banda sono stati quindi bloccati in flagranza di reato. Due giorni dopo il giudice ha convalidato l’arresto dei cinque, alcuni dei quali pregiudicati, e disposto per loro i domiciliari con il braccialetto elettronico.

Oggi è arrivata la sentenza di condanna in abbreviato emessa dal giudice Nicola Aiello, della quinta sezione penale del tribunale di Palermo, che i carabinieri hanno dovuto scortare - a scopo precauzionale - fino all’auto parcheggiata sotto il palazzo di giustizia.

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