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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Comunità per minori al collasso, 5 Stelle: "Porteremo il caso alla Corte europea"

Dopo avere presentato un’interrogazione nel mese di marzo, la parlamentare Claudia La Rocca deposita all’Ars anche un’interpellanza: “La Sicilia oggi ospita circa 4.500 minori stranieri ma i fondi concessi dallo Stato non sono sufficienti”

Le Comunità alloggio per minori sono al collasso. Le stesse ospitano generalmente bambini italiani dietro provvedimento del tribunale ma, vista l'emergenza sbarchi, attualmente accolgono anche minori stranieri non accompagnati. Lo scrive il Movimento 5 Stelle in una nota. "Per farci un’idea dei numeri - si legge - la Sicilia oggi ospita circa 4500 minori stranieri ma, ecco il dramma, i fondi concessi dallo Stato non bastano per garantire gli standard minimi nelle strutture; non bastano nemmeno per provvedere agli stipendi degli operatori. Per questi giovani più sfortunati, il Governo nazionale stanzia un contributo di 45 euro per minore, mentre la restante parte dovrebbero garantirla i Comuni e le Regione". Proprio il Ministero ha decretato un costo medio giornaliero di 76,61 € per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati.

"Peccato però - si legge - che i Comuni siciliani non abbiano da dove prendere le risorse per sostenere questi costi ulteriori e il risultato è che le strutture, ovvero le comunità alloggio per minori, non riescono più a stare in piedi e gli stipendi del personale non vengono pagati anche da più di 10 mesi. Ovviamente, gli stessi minori, vedono lesi i propri diritti".
 
Parte così l’ennesima denuncia del Movimento 5 Stelle che aveva già presentato un’interrogazione parlamentare a firma della deputata Angela Foti nel mese di marzo. Oggi ci riprova Claudia La Rocca, depositando anche un’interpellanza. "Il problema va affrontato con celerità in un tavolo con Roma, la Sicilia non può essere lasciata sola. Non capiamo però come sia possibile che lo stesso governo Crocetta non abbia mai partecipato a nemmeno uno dei tavoli di concertazione tenutisi in passato”. “Sarebbe opportuna – aggiunge La Rocca - una distribuzione proporzionale fra le Regioni o un sostegno economico maggiore”.
 
“Adesso, addirittura, ci giunge notizia che l’assessorato regionale sta ipotizzando la soluzione più assurda tra tutte, ovvero quella di abbassare gli standard di qualità, facendo rientrare i costi nei 45euro trasferiti da Roma”. “Non riusciamo a comprendere come la politica e le Istituzioni restino indifferenti – conclude la parlamentare Angela Foti – mentre gli unici che continuano a garantire i diritti dei minori stranieri siano dei semplici cittadini, operatori delle comunità, direttori delle stesse; uomini e donne che continuano a prendersi cura di ragazzi indifesi senza percepire nemmeno lo stipendio, in molti casi indebitandosi”.
 
Intervengono anche diversi operatori e direttori di Comunità sparse in Sicilia, oggi a Palazzo dei Normanni per incontrare le deputate del Movimento 5 Stelle: “I Comuni ma soprattutto la Regione, lo Stato e l’Europa, hanno abbandonato i minori stranieri a se stessi. Lo Stato non ci paga ma noi ci siamo indebitati, rischiamo di perdere le nostre case, le nostre strutture, proprio per pagare le tasse allo Stato”. Con le lacrime di commozione agli occhi, sono gli stessi operatori che dichiarano di non farcela più. “Se le cose non dovessero migliorare, – continuano – già dalla prossima settimana accompagneremo i minori ai servizi sociali competenti per territorio. Non vorremmo far vivere loro ulteriori abbandoni – concludono - ma economicamente siamo al collasso, non ce la facciamo più”.
 
Anche la Procura della Repubblica si è espressa con opportuna nota, proprio due giorni fa, chiedendo l'”adozione con assoluta urgenza di ogni iniziativa necessaria a scongiurare inaccettabili vuoti del sistema di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati destinatari, in conformità alle convenzioni internazionali in materia, delle medesime disposizioni normative dettate a tutela dei nativi”. In conclusione, così le due deputate Foti e La Rocca: “Porteremo il caso in Europa, abbiamo già avviato dei lavori congiunti con l’europarlamentare Cinquestelle Corrao. Adesso guardiamo alla Corte europea dei diritti dell'uomo”.

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