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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Comune, cresce il ricorso all'ufficio di mediazione penale: 400 casi in 16 anni

L'organismo è nato per favorire un percorso di mediazione penale finalizzato alla rieducazione e alla restituzione sociale di chi, per le cause più varie, ha compiuto un reato o è entrato in una situazione di conflitto sociale

Una rappresentanza dell'Ufficio di mediazione penale del Comune ha partecipato al convegno "Dal conflitto al rispetto: verso una cultura della mediazione", che si è tenuto alla Camera. L'incontro, promosso dall’Autorità garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, Filomena Albano, ha proposto una riflessione sull'importanza di imparare a sviluppare la cultura del rispetto nei confronti dell'altro fin da piccoli e gestire le tante situazioni conflittuali tra bambini e ragazzi, per trovare il giusto equilibrio nei rapporti. Considerato, inoltre, che la cultura della mediazione è trasversale ad ambiti diversi, sono state presentate alcune esperienze riguardanti il contesto familiare, scolastico e penale, e diverse testimonianze, raccolte dall'Ufficio di mediazione penale di Palermo, "Sguardi dentro", sono state lette dall'attore Alessio Boni e citate come buone prassi su scala nazionale. 

L'evento si inserisce tra quelli organizzati per celebrare i 25 anni della ratifica italiana della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo (20 novembre 1989) e l'anno in cui il Consiglio d'Europa ha adottato la terza strategia sui diritti dell'infanzia, che detterà le linee guida per 5 anni per i paesi aderenti al Consiglio stesso.

Insieme al Garante nazionale, al convegno erano presenti anche la presidente della Camera, Laura Boldrini, che ha introdotto i lavori, Michela Vittoria Brambilla, presidente della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, le Voci Bianche della scuola corale di canto del Teatro dell’Opera di Roma, dirette dal maestro José Maria Sciutto, e i ragazzi della scuola media Settembrini di Roma. L'amministrazione comunale era rappresentata dalla responsabile dell'Unità di Mediazione Penale, Dorotea Passantino, insieme ai mediatori penali Gaetana Randazzo ed Elio Lo Cascio, il quale in un lungo e corposo intervento ha portato al convegno l'esperienza del Comune di Palermo.

L’Ufficio di Mediazione Penale di Palermo, dall'atto della sua costituzione nel 2000, quando fu sottoscritto l'avvio del progetto tra il sindaco Leoluca Orlando e l'allora presidente del Tribunale per i Minori, il procuratore della Repubblica presso il Tribunale minorile e il direttore del Centro per la Giustizia Minorile, nasce per favorire un percorso di mediazione penale finalizzato alla rieducazione e alla restituzione sociale di chi, per le cause più varie, ha compiuto un reato o è entrato in una situazione di conflitto sociale. I casi trattati in questi anni, grazie anche alla valida collaborazione con l'Opera Don Calabria, che è partner delle attività fin dal 2000, sono più di 400.

"Attraverso un importante lavoro sinergico fra istituzioni diverse e con il privato sociale - ha commentato il sindaco Leoluca Orlando - abbiamo costruito e stiamo rafforzando percorsi che non sono soltanto di inclusione sociale, ma sono di vera e propria ricostruzione di un tessuto di relazioni personali e umane, che spesso si è strappato come conseguenza di un contesto sociale, economico e culturale al quale le istituzioni hanno il dovere di prestare maggiore attenzione. La mediazione penale, che nella nostra realtà 16 anni fa fu il frutto di un approccio visionario di alcuni amministratori pubblici comunali e operatori della Giustizia, è oggi una realtà consolidata, presa a modello in tanti contesti".

"La mediazione è sicuramente una opportunità, una possibilità di ricucire e ricostruire relazioni - ha detto l'assessore alla Cittadinanza Sociale, Agnese Ciulla -. Il nostro impegno è quello di dare continuità a queste attività, rafforzando la dimensione di rete, sia con la mediazione che con la giustizia riparativa, che offrono a tutta la comunità e non solo ai soggetti coinvolti la possibilità di 'restituire' cittadini migliori, che hanno sviluppato capacità relazionali e di reciproca utilità".
 

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