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Cronaca Arenella-Vergine Maria

Il poliziotto scomodo ucciso all'Arenella: Palermo non dimentica Natale Mondo

L'agente di polizia fu assassinato nel 1988 mentre si trovava davanti al negozio di giocattoli gestito dalla moglie. Dopo essere sfuggito ai colpi di kalashnikov che uccisero il vicequestore Ninni Cassarà e il collega Roberto Antiochia, camminava con la sua calibro 38 sempre nella cintola

Fu ucciso davanti al negozio della moglie, appena pochi giorni dopo l’assassinio dell’ex sindaco Giuseppe Insalaco, crivellato di colpi. A distanza di 31 anni Palermo non dimentica e ricorda l'anniversario dell'uccisione dell'agente scelto della polizia Natale Mondo. Questa mattina si è tenuta una cerimonia commemorativa con la deposizione di una corona di alloro sulla lapide di ricordo dedicata ai caduti della polizia di Stato collocata nell’atrio interno della caserma “Boris Giuliano”, sede della Squadra Mobile di Palermo.

Natale Mondo venne ucciso nel primo pomeriggio del 14 gennaio 1988, mentre si trovava davanti al negozio di giocattoli gestito dalla moglie nel quartiere Arenella. Si era arruolato in polizia nel 1972 e aveva prestato servizio a Roma, Siracusa e Trapani.

Trasferito successivamente alla questura di Palermo, ha svolto i suoi compiti presso la Squadra Mobile dal 2 dicembre 1982 al 9 ottobre 1985, dove si è occupato prevalentemente di indagini sulle cosche mafiose.

Nei giorni precedenti all’omicidio aveva manifestato tutta la sua preoccupazione ai colleghi più fidati e ai familiari. E per questo, dopo essere sfuggito ai colpi di kalashnikov che uccisero il vicequestore Ninni Cassarà e il collega Roberto Antiochia, camminava con la sua calibro 38 sempre nella cintola. Natale Mondo il 10 novembre 1999 è stato insignito della "medaglia d'oro al valor civile alla memoria".

"Rendere omaggio alla memoria di Natale Mondo è atto doveroso, come doveroso è ricordare tutti coloro che hanno dato la vita per combattere la mafia.  Mondo fu, in anni difficilissimi, punta avanzata del lavoro guidato da Ninni Cassarà per la caccia ai latitanti e per questo condannato a morte dalle cosche", ricorda il sindaco Leoluca Orlando.

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